I numeri che darò sono molto più preoccupanti di quello che fino ad oggi è emerso. Sono numeri inquietanti perché sono mostruosi.
E' iniziata così - questa mattina 7 marzo - l’audizione del Procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’inchiesta relativa alla presunta attività di dossieraggio ai danni di personaggi politici e vip, presso la Commissione Antimafia di Montecitorio.
Il primo titolo di una vicenda che di titoli ne ha già forniti tanti e che molti altri ne fornirà nei prossimi giorni e mesi.
ha detto il magistrato antimafia riprendendo le dichiarazioni rese, ieri pomeriggio 6 marzo, nella medesima sede dal procuratore Giovanni Melillo circa l’impossibilità che la vicenda potesse essere ascrivibile all’attività di una sola persona, e nello specifico il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano.
Striano ha fatto tutto da solo? I numeri renderebbero improbabile tale ipotesi anche per Raffaele Cantone, che tali numeri, poi, li ha anche snocciolati.
Secondo quanto rivelato dal procuratore di Perugia ai parlamentari dell’Antimafia, dal 1 gennaio 2019 al 24 novembre 2022, il sottotenente Striano avrebbe effettuato più di 10mila accessi a diverse banche dati.
Un numero spropositato secondo Cantone che entrando nel dettaglio ha spiegato che Striano ha:
Ma la cosa più preoccupante, sottolinea Cantone, è che
E’ stato dossieraggio? Al momento non è possibile stabilirlo.
Il procuratore di Perugia nel corso della sua relazione ha ricostruito l’attività investigativa svolta fino a questo momento, dalla denuncia presentata dal ministro della Difesa Guido Crosetto il 21 ottobre 2022 fino al trasferimento dell’indagine da Roma a Perugia nell’aprile 2023 per il presunto coinvolgimento di Laudati tirato in ballo proprio da Striano.
Cantone ha evidenziato anche come in questa inchiesta abbia avuto un ruolo determinante la possibilità di avere accesso ai supporti informatici e al cellulare di Pasquale Striano.
Cantone ha sottolineato in più di un’occasione che quelle avanzate dalla Procura di Perugia sono ipotesi investigative.
Nel corso dell’audizione ha anche rivelato di aver sentito due volte il ministro della Difesa che ha ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria che ha consentito di far uscire questo verminaio.
Anche il procuratore Giovanni Melillo nella sua audizione ieri aveva lanciato lo stesso allarme, ovvero che il mercato delle sos, le segnalazioni di operazioni sospette, uno strumento fondamentale per la lotta al crimine, non si è fermato neanche dopo l’avvio dell’inchiesta .
Prima di passare all’enunciazione dei fatti dell’indagine, il Procuratore di Perugia Cantone ha voluto spiegare i motivi che hanno spinto lui e Melillo a chiedere l’audizione presso la commissione Antimafia.
In primo luogo la necessità di ripristinare la verità sui fatti in una fase in cui emergono notizie incontrollate ma anche tutelare le infrastrutture informatiche giudiziarie, strumenti necessari alla lotta alla mafia.
Cantone ha poi sottolineato la volontà di intervenire a tutela della Procura Nazionale Antimafia:
Tra le ipotesi investigative al vaglio della Procura ci sarebbe anche quella secondo cui alcuni accessi alle banche dati per ottenere informazioni potrebbero essere stati commissionati da giornalisti. Dai cellulari di Striano, sarebbero emerse anche diverse chat con alcuni giornalisti.