Il botta e risposta fra Movimento Cinque Stelle e Azione ha alimentato ancor di più i dubbi sulla stabilità e la validità del campo largo. Il partito di Carlo Calenda, che ha criticato anche Giuseppe Conte innescando la reazione dei pentastellati, sembra convinto di voler percorrere un'altra strada data la divergenza di posizioni soprattutto con il Movimento.
Conte è stato sollecitato sul tema del campo largo dall'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, a margine della presentazione del libro "Capocrazia" sul presidenzialismo scritto dal costituzionalista Michele Ainis. Il leader del M5S, pur non citando direttamente Calenda, ha sottolineato le difficoltà di lavorare al fianco di Azione. Conte non ha espresso veti, ma ha fatto capire che di alleanze forse non se ne parlerà più.
"Noi non esprimiamo dei veti, non è il nostro obiettivo. Penso che sia difficile se devi lavorare con dei leader che hanno dichiarato che il loro obiettivo non è avere quello di avere una competizione sana. In queste condizioni un cittadino non si muove nemmeno da casa per venirci a votare".
La spaccatura era già stata evidenziata alle ultime Elezioni Regionali in Sardegna, dove il Movimento Cinque Stelle ha trionfato con Alessandra Todde senza l'apporto di Azione. Calenda infatti non è andato incontro a Conte, scegliendo di puntare sull'ex presidente Renato Soru. Una decisione che però non ha portato a grandi risultati:
"In Sardegna abbiamo portato avanti un progetto serio e credibile. Siamo stati convincenti e abbiamo stravinto anche se era un'impresa difficile".
Una situazione che si ripresenterà anche alle prossime elezioni regionali in Basilicata, dove M5S e Azione praticamente saranno su fronti opposti. I pentastellati si sono schierati ancora al fianco del PD sostenendo la candidatura di Domenico Lacerenza. Dall'altra parte invece ci sarà Vito Bardi, presidente uscente su cui punta tutta la coalizione di centrodestra in un campo in cui si è già schierata anche Azione. Il confronto serrato fra Conte e Calenda dunque prosegue, senza un minimo di tregua che sancisce una rottura ormai definitiva.