Proseguono serrate le indagini sull'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate la sera del 3 ottobre scorso in via del Ciclamino, a Rimini: negli scorsi giorni gli inquirenti sarebbero tornati ad analizzare la scena del crimine, provando a ricostruire il percorso di fuga del killer, la cui identità, per il momento, resta ignota. Accertamenti contestati dalla criminologa Roberta Bruzzone, nominata da poco come consulente per la difesa dei vicini della vittima, Louis Dassilva e la moglie Valeria Bartolucci.
Delle analisi sul possibile percorso di fuga del killer di Pierina Paganelli erano già state effettuate; negli scorsi giorni gli inquirenti sarebbero però tornati nel complesso residenziale di via del Ciclamino per misurare le distanze tra uno dei portoni d'ingresso e i cassonetti in cui si pensa che il killer possa essersi disfatto dell'arma del delitto, un coltello da carne dalla lama di circa quindici centimetri.
Accertamenti che la criminologa Roberta Bruzzone, nominata come consulente della difesa di Louis Dassilva e della moglie Valeria Bartolucci (e di recente anche della difesa di Giovanni Barreca, uno dei protagonisti della strage di Altavilla Milicia), ha criticato ai microfoni della trasmissione televisiva Ore 14 senza mezzi termini.
Stando alla sua ricostruzione, il killer potrebbe essere fuggito indisturbato da qualunque parte, insomma, e non per forza di cose nella zona maggiormente interessata dalle indagini coordinate dal pm Daniela Paci. Indagini che in cinque mesi sembrano essere arrivate a un nulla di fatto.
Fondamentali per ricostruire quanto accaduto la sera del 3 ottobre scorso saranno gli esiti degli accertamenti effettuati sui cellulari dei principali sospettati: non solo i vicini di casa della vittima, ma anche la nuora Manuela Bianchi - colei che la mattina del 4 ottobre trovò il corpo dell'anziana senza vita sulla rampa d'accesso al garage del complesso residenziale - e il fratello Loris.
Solo così si potrà capire una volta per tutte se gli alibi che i quattro hanno detto di avere siano veri. Louis e Valeria sostengono fin dall'inizio di aver trascorso la serata a guardare un film sul divano perché l'uomo, che il giorno prima aveva avuto un incidente in moto tornando dal lavoro, era ancora dolorante e zoppicante (circostanza, quest'ultima, smentita dai filmati di alcune videocamere di sorveglianza).
Manuela e Loris dicono invece di aver cenato insieme a casa della prima. Stando alla loro ricostruzione, l'uomo si sarebbe allontanato intorno alle 23. A confermarlo, delle foto scattate attorno alle 22.48-22.50 della sera stessa mentre era ancora nell'abitazione, sdraiato sul pavimento a giocare con il cane (che però non compare negli scatti).
I quattro non sono mai stati indagati, ma sono fin dall'inizio attenzionati dalle indagini perché erano tra le persone più vicine a Pierina e, secondo gli inquirenti, chi l'ha uccisa la conosceva bene, la odiava, anzi: dopo aver aspettato che rientrasse in auto dall'incontro di preghiera a cui aveva partecipato con i Testimoni di Geova, l'aveva prima salutata con un "ciao" e poi colpita con 29 coltellate, lasciandola inerme sul pavimento.
Poi aveva provato a depistare le indagini strappandole i vestiti per simulare una violenza sessuale, dandosi alla fuga. Le telecamere di una farmacia lo avrebbero ripreso mentre si allontanava con qualcosa in mano. Dalle ricostruzioni fatte finora è emerso che da lì potrebbe aver raggiunto i famosi cassonetti per gettare i suoi vestiti sporchi e l'arma del delitto per poi tornare nel condominio.