18 Mar, 2024 - 15:36

Davide Fontana condannato all'ergastolo, i giudici di Milano: "Uccise Carol Maltesi perché donna"

Davide Fontana condannato all'ergastolo, i giudici di Milano: "Uccise Carol Maltesi perché donna"

Carol Maltesi fu uccisa "per un costante filo rosso, quasi un denominatore comune di delitti omologhi e della stessa indole: perché non era un uomo ma una donna": è ciò che hanno scritto i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 21 febbraio hanno condannato l'ex fidanzato 45enne Davide Fontana.

Le motivazioni della sentenza con cui Davide Fontana è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio Maltesi

In primo grado l'uomo, ex food blogger e bancario, era stato condannato a 30 anni di reclusione con una sentenza che in molti avevano definito "scioccante". Sentenza non condivisa, alla fine, dai giudici della Corte d'Assise d'Appello, che gli hanno invece riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, condannandolo al massimo della pena.

Stando alla loro ricostruzione, uccise la donna, che lo aveva da poco lasciato, per "vendicarsi" del fatto che lei stesse cercando, nella carriera da porno-attrice, un'indipendenza "economica e personale". Fu, in pratica, autore di una brutale "violenza di genere": invece di lasciar "andare" l'ex oppure di "coltivare e valorizzare il legame con lei" scelse di ucciderla.

I fatti risalgono all'11 gennaio di due anni fa. Fontana, reo confesso, si scagliò contro la 26enne nella sua abitazione di Rescaldina, nel Milanese, colpendola con 13 martellate per poi accoltellarla alla gola. Poi ne fece a pezzi il corpo e per oltre due mesi ne conservò i resti in un congelatore che aveva acquistato online. Non riuscendo a liberarsene bruciandoli, alla fine li abbandonò in dei sacchi ai margini di una strada di montagna del Bresciano.

A trovarli, dando l'allarme, fu un residente. A quel punto i sospetti si concentrarono subito sull'uomo, che per mesi, utilizzando il telefono cellulare della donna, aveva risposto ai messaggi dei suoi familiari, fingendo di stare bene. Sembra che avessero avuto una relazione e che da poco la donna gli avesse detto che presto si sarebbe trasferita per avvicinarsi al figlio avuto dal precedente compagno, che viveva a Verona.

Un omicidio crudele e premeditato

Secondo i giudici Fontana avvrebbe "preordinato" il delitto, colpendo la giovane in un momento in cui era "in una condizione di passività assoluta", "inerme, in balìa dell'altrui violenza" e senza la possibilità di "difendersi, urlare, chiedere soccorso".

Si erano dati appuntamento per girare un filmino hard in cui lei doveva comparire legata e con un cappuccio sulla testa: filmino che lo stesso Fontana, a sua insaputa, le avrebbe commissionato tramite OnlyFans utilizzando un profilo falso.

Il suo obiettivo, in sostanza, era creare le condizioni affinché si potesse consumare l'omicidio, che poi era avvenuto senza alcuna difficoltà, con Carol ridotta a "un fin troppo facile ed inerme bersaglio".

Le scuse in aula

In aula Fontana ha chiesto scusa ai familiari della vittima, dicendosi "fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile" alle sue azioni. "Darei la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni in carcere a cercare di aiutare gli altri", ha dichiarato.

La sua storia ricorda quella di Giovanni Padovani, l'ex calciatore di 27 anni condannato all'ergastolo per aver ucciso l'ex fidanzata 56enne Alessandra Matteuzzi a Bologna. Anche lui in aula ha chiesto scusa, facendo intendere di non essere capace di intendere e di volere.

Secondo i giudici lo era e aggredì a morte la donna spinto da un "irresistibile desiderio di vendetta" perché lei lo aveva lasciato e denunciato per stalking. La aspettò prima sotto casa; poi la colpì con calci e pugni, con un martello e addirittura con una panchina sotto gli occhi di diversi testimoni, anche quando avrebbe avuto l'opportunità di fermarsi.

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Sara D'Aversa
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