09 Dec, 2023 - 18:34

Nonno violenta la nipotina di 10 anni e la costringe a filmare tutto con il cellulare

Nonno violenta la nipotina di 10 anni e la costringe a filmare tutto con il cellulare

Dopo tre gradi di giudizio, rimangono invariati i 14 anni di carcere per il nonno responsabile degli abusi indicibili perpetrati alla sua nipotina. Le prove raccolte erano inequivocabili: gli inquirenti hanno rinvenuto foto e video degli abusi conservati nel cellulare dell'anziano. Una vicenda agghiacciante, le cui atrocità hanno avuto inizio quando la piccola aveva soltanto 10 anni.

Nonno violenta la nipote di 10 anni

Oltre alle violenze, c'erano anche le minacce, per intimidire la bambina e impedirle di parlare di ciò che le era stato inflitto.

E il 70enne non era l'unico colpevole. Il papà della bambina, una volta scoperto quanto stava accadendo, aveva protetto il padre, accusando la figlia di aver inventato tutto. Le violenze sessuali Il nonno si presentava regolarmente a casa del figlio tre volte al mese, portava la bambina con sé nella sua macchina dove compiva atti indicibili che gli investigatori hanno descritto come particolarmente brutali. Inoltre, la piccola era costretta a filmare tutto con il cellulare.

La nipote era incapace di parlare, sopraffatta dalla paura e dal trauma, chiedendo solamente di non dover più incontrare il nonno. Il padre della bambina, una volta a conoscenza degli abusi, aveva aiutato il nonno (suo padre) a scaricare la colpa sulla bambina. Per questa complicità il padre è stato condannato a 2 anni e otto mesi.

Incastrati dalle intercettazioni

L'anziano e il figlio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avevano tentato di ostacolare le indagini, eliminando il telefono usato durante i fatti, minimizzando quanto accaduto e addossando la colpa alla piccola vittima, accusandola persino di essere posseduta dal demonio.

Le conversazioni intercettate tra padre e figlio sono state fondamentali per l'inchiesta: "Non c'era alcun dubbio sulla veridicità di ciò che i due implicati dicevano, poiché conversavano liberamente senza sapere di essere ascoltati, scambiandosi valutazioni e opinioni".

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