Assassinato da un sicario della camorra con cinque colpi di pistola, mentre si trovava nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, in provincia di Caserta. Sono passati trent'anni dall'omicidio di don Peppe Diana: era il 19 marzo del 1994. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, lo ha ricordato sottolineando il suo coraggio e il suo esempio nella lotta contro le mafie.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito "un testimone di speranza ed educatore alla libertà" don Giuseppe Diana.
le parole del Presidente della Repubblica.
conclude Mattarella.
Queste le parole dei ministro Piantedosi, che ha evidenziato inoltre come
Don Peppe Diana era stato ordinato sacerdote nel 1982 diventando, sette anni dopo, parroco della chiesa di San Nicola di Bari nella sua città d'origine. Educatore scout, negli anni in cui nel territorio dominava il clan dei Casalesi, don Diana parlava con i cittadini e soprattutto co i più giovani, incitandoli a ribellarsi.
Aiutava i più deboli e gli immigrati, si appellava ai camorristi affinché cambiassero vita. La lettera "Per amore del mio popolo", una sorta di 'manifesto' contro la criminalità organizzata, è il suo scritto più famoso.
Don Diana venne ucciso nel giorno del suo onomastico, a 36 anni, mentre si preparava a celebrare la Messa delle 7:30.
Casal di Principe continua a ricordare il suo sacrificio con un serie di iniziative: domenica migliaia di scout hanno invaso le strade della cittadina al grido di "Don Diana era uno di noi".
Oggi invece è partita da Piazza Villa la marcia di studenti e scout arrivati da tutta Italia: il corteo sfilerà tra le strade per poi arrivare nel piazzale del cimitero, dove si terrà la chiusura della manifestazione con la lettura dei nomi delle vittime innocenti della criminalità.
Questa mattina, alla celebrazione della messa, era presente anche il presidente del Consiglio della Regione Campania Gennaro Oliviero.
ha dichiarato.