"Giovanni Barreca è ancora preda di una sorta di delirio mistico, vede il demonio in carcere, sostiene che il male si sia impossessato del suo compagno di cella e di volerlo liberare". A riferirlo è stato l'avvocato che lo difende, Giancarlo Barracato, che ieri, 21 marzo, gli ha fatto visita nel penitenziario in cui si trova da quando è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie Antonella Salamone, di 41, e i due figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel insieme alla figlia maggiore Miriam e ai due amici Sabrina Fina e Massimo Carandente, che si proclamano innocenti.
Secondo l'avvocato Barracato, intercettato dai giornalisti di Rai News all'uscita dal carcere Pagliarelli di Palermo, "Giovanni Barreca era convinto che il demonio si fosse impossessato della sua famiglia", ma fu spinto a fare ciò che ha fatto - ad uccidere la moglie e i due figli minori al culmine di un esorcismo - dai "fratelli di Dio" che aveva conosciuto frequentando una chiesa evangelica, Sabrina Fina e Massimo Carandente, che "avrebbero amplificato" il suo fanatismo.
Entrambi sono stati arrestati con l'accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere: secondo Barreca e la figlia Miriam parteciparono attivamente al lungo rito che portò al triplice omicidio, mantenendosi in contatto per tutto il tempo con delle persone dall'identità ancora ignota. Gli inquirenti stanno facendo accertamenti sui loro telefoni cellulari per capire chi abbiano sentito e cosa sapesse di ciò che stava accadendo nella villetta di Altavilla Milicia.
L'ipotesi, ancora tutta da verificare, è che dietro di loro ci fosse una vera e propria setta di una decina di adepti. Loro si proclamano innocenti e attraverso i loro avvocati, Marco Rocca e Salvatore Cusmano, hanno chiesto di poter essere ascoltati per raccontare la loro versione dei fatti, opposta a quella di padre e figlia. "Dicono di non aver partecipato agli omicidi [...] e sperano di poter uscire presto", hanno riferito i legali.
A crederli innocenti sono anche i loro familiari: il fratello di Sabrina, in particolare, si è subito schierato dalla loro parte, sostenendo di non credere al fatto che possano essere stati gli "organizzatori" della strage, soprattutto perché Massimo "ha gravi problemi di salute".
Lo ha confermato l'avvocato Cusmano ai microfoni della trasmissione Rai Ore 14, sostenendo che "Carandente è un uomo alto e magro, con diverse patologie, quindi mi viene difficile da pensare che possa aver fatto sevizie e torture". Stando alla loro versione, i Barreca si sarebbero presi di mira a vicenda in una sorta di "carneficina di famiglia".
"Mi hanno riferito che c'era tanto odio fra i comparenti - ha detto ancora il loro avvocato -. Kevin e Miriam non avevano un ottimo rapporto con la madre e con il padre [...], non vedevano l'ora di scappare da quella famiglia, una volta raggiunta la maggiore età". E lo avrebbero confidato a Sabrina, che insieme al marito, qualche settimana prima degli omicidi, si era trasferita da loro.
I familiari di Antonella Salamone, i cui resti furono trovati semicarbonizzati nel giardino della villetta, hanno raccontato, dal canto loro, che erano Sabrina e Massimo a mettergli contro i figli, sostenendo che la 41enne fosse preoccupata del loro arrivo e avesse chiesto prima al fratello e poi a un'amica - che per diversi motivi avevano dovuto rifiutare - di raggiungerla, come se cercasse aiuto. Saranno le indagini a chiarire cosa sia accaduto realmente e chi stia raccontando la verità.