È scomparso, domenica 24 marzo 2024, il generale Paolo Inzerilli, noto generale di Corpo d’armata: ecco quello che sappiamo sulla causa della morte, la carriera e le curiosità sulla sua vita privata. È stato a capo di Gladio, operazione segreta promossa dalla Cia.
Paolo Inzerilli, classe 1933, si è spento a 90 anni e, sebbene non siano state riportate informazioni dettagliate sulla causa della morte, è possibile che questa sia collegata con l'età avanzata del generale di Corpo d’armata.
La notizia del suo decesso è stata ripresa sul web, sui social e sui quotidiani. Il suo era un nome conosciuto in quanto, nel corso della carriera professionale, ha occupato ruoli ed incarichi di grande prestigio e di alto livello.
Inzerilli è stato, tra le altre cose, Capo di Stato Maggiore dei Servizi Segreti Militari-Sismi dal 1989 al 1991, Capo della struttura Gladio dal 1974 al 1986. E poi ancora Capo dell'Ufficio Nazionale di Sicurezza dal 1987 al 1989.
Ad annunciare la scomparsa del generale è stata l’Associazione Stay Behind, di cui Paolo Inzerilli è stato presidente tra il 1996 e il 1998. Il professionista è stato ricordato come una figura di grande spicco all'interno del panorama dei servizi segreti italiani.
Era anche un valoroso ufficiale degli Alpini.
Nella noto in cui è stata data la notizia della sua morte si legge che il generale verrà ricordato In Italia e non solo per le sue straordinarie capacità professionali.
Verrà ricordato inoltre, come c'è scritto nel comunicato ufficiale, per l'umanità e per l'impegno costante in difesa dei valori fondamentali su cui si basano la nostra democrazia e la sicurezza nazionale.
L'associazione che il generale ha guidato per due anni, nella medesima nota pubblicata nella giornata di domenica 24 marzo 2024, si legge inoltre che la sua dipartita non può che rappresentare una perdita irreparabile per il nostro Paese.
I suoi ex colleghi hanno elogiato lo spirito e l'esempio fornito dal professionista. Questi hanno guidato e guideranno coloro che lavorano per la sicurezza e per il bene dell'Italia.
Infine gli stessi hanno mandato le loro più sentite condoglianze ai familiari, agli amici e ai parenti del generale-
Questi è stato definito ancora una volta come un uomo straordinario che ha lasciato una grande eredità in grado di ispirare le future generazioni e i lavoratori e le lavoratrici del settore.
Paolo Inzerilli ha iniziato a ricoprire importanti ruoli all'interno dei servizi di intelligence militare tra gli anni ’70 e ’80. Tra questi c'è stato appunto quello di responsabile dell'organizzazione segreta della Nato denominata Gladio.
Come ha ricordato l'agenzia Adnkronos, Gladio è il nome dell'operazione promossa dalla Cia. Aveva come obiettivo quello di costruire strutture paramilitari segrete di tipo stay-behind.
Queste servivano eventualmente per contrastare una possibile invasione da parte dell'Unione Sovietica e dei vari Paesi aderenti al Patto di Varsavia. Si temevano atti di sabotaggio, guerriglie e battaglie psicologiche.
Era il 24 ottobre 1990 quando venne riconosciuta l'esistenza di Gladio. A farlo full allora presidente del consiglio Giulio Andreotti.
Ci fu poi Francesco Cossiga – il quale ebbe la delega alla sovrintendenza dell'organizzazione nel periodo in cui era sottosegretario alla difesa – che ammise, a Edimburgo nel 1990, il ruolo svolto nella messa a punto dell'organizzazione.
Inviò un fascicolo alla Procura di Roma. Si autodenunciò dopo che il giudice aveva iscritto nel registro degli indagati l'ammiraglio Fulvio Martini e il generale Paolo Inzerilli, indicati come responsabili militari di Gladio.
Nel 1991 ci fu l'archiviazione del caso a favore di tutte e tre. Il tribunale stabilì che la struttura non aveva nulla di penalmente rilevante e l'indagine fu archiviata.
Non sono molte le informazioni sulla sua vita privata. Oggi lo conosciamo per la carriera e per i ruoli ricoperti durante la vita professionale.