Claudia Gerini e Carlo Verdone potrebbero davvero tornare a lavorare insieme. È la stessa attrice a lasciarlo intuire, a margine del nuovo incontro al Ministero della Cultura di Roma (Mic) per il tavolo 'Verso il codice dello spettacolo'.
Si è riunito oggi, 26 marzo 2024, un nuovo tavolo dell'iniziativa 'Verso il codice dello spettacolo', voluta dal Ministero dei Beni Culturali per valorizzare l'arte italiana e discutere degli interventi necessari in tal senso, dai finanziamenti alla formazione fino alla creazione di maggiori opportunità lavorative per le nuove generazioni.
Dopo la danza, protagonista alcuni giorni fa con Roberto Bolle ed Eleonora Abbagnato, nella seduta odierna il focus era sul teatro. Tra le personalità presenti c'era anche Claudia Gerini che, raggiunta dall'inviato di Tag24 Thomas Cardinali, ha anche parlato dei suoi progetti futuri.
Sono in molti a chiedere un ritorno della coppia formata dall'attrice e Carlo Verdone e la Gerini lascia intuire che, stavolta, potrebbe esserci qualcosa di concreto all'orizzonte.
Parlerà forse della nuova stagione della serie Vita da Carlo? La Gerini non entra nel dettaglio, spiegando che, tra i film in cui la vedremo nei prossimi mesi, ci sono un adattamento da un romanzo di Maurizio De Giovanni, un thriller noir diretto da Vincenzo Alfieri e intitolato Il corpo e una nuova commedia dei Manetti Bros. con Rocco Papaleo, nella quale interpreterà "una poetessa molto snob".
Sembra avere le idee più chiare, invece, quando parla di un suo ritorno alla regia, dopo l'esperienza con "Tapirulàn", nel 2022:
La Gerini saluta con favore l'iniziativa del ministero, organizzata dal Sottosegretario Gianmarco Mazzi e volta a organizzare un confronto per "norme condivise e tutele" tra tutti i comparti del settore spettacolo, in modo da ascoltare le esigenze e le proposte di tutti.
Inevitabile la domanda sui finanziamenti e la loro distribuzione, dopo le dure parole proprio di Mazzi nei confronti di Netflix e della serie Supersex su Rocco Siffredi.
Il sottosegretario aveva denunciato una sproporzione eccessiva tra gli oltre 750 milioni per il cinema e i 400 milioni o poco più destinati a tutti gli altri settori e la Gerini sembra concorde sulla necessità di riportare un equilibrio, soprattutto tenendo conto della situazione del teatro italiano.