Gli equilibri a Roma. Ma anche, e forse soprattutto, quelli a Bruxelles. Si gioca su un doppio binario la sfida delle europee tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che all'Europarlamento appartengono a due famiglie diverse, impegnate in una corsa oramai palese per superarsi a vicenda e conquistare il terzo posto sul podio dei gruppi europei. E un posto che conta davvero quando si apriranno le trattative dopo il voto di giugno. Ecr, il partito dei conservatori guidato dalla premier, sta lavorando da mesi, sottotraccia, per allargare il bacino di consenso, e di eurodeputati nel gruppo. E lo fa anche con un nuovo appuntamento dei "cultural weekend" di Ecr party, a Cipro. L'obiettivo è conquistare 15-20 seggi in più rispetto a quelli che vengono attribuiti al gruppo di destra dai sondaggi e superare non solo Renew Europe, il gruppo dei liberali che fa riferimento a Emmanuel Macron, ma pure Identità e democrazia, di cui fa parte la Lega ma anche il Rassemblement National di Marine Le Pen. Mentre ancora brucia l'attacco frontale a Meloni "amica di Ursula von der Leyen" dal palco della manifestazione romana di Id organizzata da Salvini, va all'affondo Jerome Bardella. Evoca una scissione di Ecr, il ventottenne presidente di Rn , convinto di poter attrarre partiti della famiglia dei conservatori e di poter portare Id a essere "il terzo gruppo del parlamento europeo". A spese, appunto, del gruppo di Meloni. Bardella non cita esplicitamente nessuna formazione ma l'operazione potrebbe coinvolgere quei partiti più lontani (e con le mani libere perché non al governo, a differenza di Fdi) dall'idea di un bis di von der Leyen, come Vox o il Pis. I polacchi peraltro avevano votato nel 2019 per la presidente della commissione. Ma, liquidano la questione in casa Ecr, si tratta di "campagna elettorale". Se pensano di pescare dalle file dei conservatori (il pensiero ricorrente), è perchè "ci vedono competitivi". Inoltre, alle europee mancano ancora più di due mesi e i giochi veri si apriranno a urne chiuse, quando si registreranno i risultati reali dei singoli partiti nei loro paesi. Tutto prematuro per i dirigenti di Fdi che intanto preparano la conferenza programmatica di Pescara (in cui la premier dovrebbe, negli auspici del partito, sciogliere la riserva in favore della candidatura). Nelle prossime settimane la Lega inizierà a presentare le candidature sul territorio (il 5 aprile inizierà Massimiliano Fedriga in Friuli-Venezia Giulia) mentre Forza Italia - ancora Antonio Tajani non ha deciso se candidarsi o meno e nel caso lo farebbe "in tutte le circoscrizioni" - si riunirà il 20 aprile per definire il programma. Nel frattempo Fratelli d'Italia e i conservatori di Ecr continuano nel progetto di "aggregare nuove energie", sulla scia del "vento che spinge la destra", come sottolinea da Cipro il segretario di Ecr party Antonio Giordano. A Nicosia - che a giugno potrebbe avere il primo deputato europeo della destra di Elam - si ritrovano circa 250 delegati di "22 nazioni", compresi esponenti di Vox e del Pis, per parlare di sicurezza energetica e transizione green da coniugare con i valori conservatori. La prossima tappa sarà l'evento di metà maggio, organizzato proprio dagli spagnoli a Madrid, con la presenza già annunciata del presidente argentino Javier Milei. Intanto i sondaggi vedono nero per il capitano leghista. Antonio Tajani mette la freccia e lascia alle spalle Matteo Salvini, sempre più in una crisi che sembra nera come la svolta estremista imposta dal leader al Carroccio. Nei giorni dell’ennesima passerella sovranista, che ha visto sfilare a Roma rappresentati dell’ultradestra europea, la Lega finisce per perdere anche il secondo posto nella coalizione di governo.
Sembra premiata invece la linea europeista del segretario di Forza Italia, che continua a rivendicare la propria appartenenza al Ppe e a marcare le distanze dall’alleato e collega vicepremier. E sorride anche Giorgia Meloni, che ha vissuto come un affronto politico gli applausi della platea leghista all’attacco di Marine Le Pen contro di lei: nello scenario fotografato dall’ultima Supermedia Youtrend/Agi, FdI frena l’emorragia di consensi e torna a registrare un segno positivo, sia pure solo di un decimo, rispetto al dato di due settimane fa. E quindi, con Forza Italia che continua a crescere con ritmi significativi – mezzo punto, in questo rilevamento – l’unico segno negativo del centrodestra è quello leghista. Al momento la situazione è: Fratelli d’Italia 27,6%, Forza Italia 8,2%, Lega 8,1%. Appena due mesi fa, il Carroccio aveva più di un punto e mezzo di vantaggio sui berlusconiani. Se le elezioni europee dovessero finire così sono molti a scommettere che Matteo Salvini sarà costretto a lasciare la segreteria del Carroccio.