Online qualcuno la chiama, evocando storie di fantasmi e di gialli, la "leggenda del delitto di Pasqua: è la circostanza per cui, nel giorno dedicato alla commemorazione della resurrezione di Gesù, per anni – nelle cronache italiane, liguri soprattutto – si è registrato almeno un crimine, un caso di omicidio che ha sconvolto l’opinione pubblica.
Se si prende in considerazione la sola Liguria, dove quella del delitto di Pasqua sembra essere, più che una leggenda, una vera e propria tradizione, l’ultimo caso di omicidio in ordine di tempo risale al 2009 e fece molto scalpore.
La festività cadeva, allora, il 12 aprile: nella notte Lisa Molino, di 21 anni, fu uccisa a coltellate (sgozzata quasi) dal marito di origini tunisine Walid Hamami, di 25, nell’abitazione che condividevano a Molassana, un quartiere di Genova.
Il movente? La gelosia dell’uomo, che pare non riuscisse a sopportare l’idea che il loro matrimonio, per volere della donna, stesse finendo. Un movente molto simile a quello che l’anno prima aveva spinto Francesco Titta (poi condannato all’ergastolo) ad assoldare un killer per far uccidere a bastonate il genovese Luigi Damonte, presunto amante dell’ex moglie, una cittadina albanese dalla quale, qualche anno prima, si era separato.
Diverso invece il caso del 2007 quando, nel giorno di Pasqua, furono scoperti, sempre nel Genovese, ma in due quartieri diversi, i cadaveri in evidente stato di decomposizione di una donna di colore e di un senzatetto, morti settimane prima in circostanze mai chiarite.
Sia nel 2003 che nel 2000, nei giorni immediatamente vicini alla festività, furono uccise due donne: la prima fu accoltellata; la seconda strangolata. Entrambe vivevano a Savona; entrambe furono prese di mira dai rispettivi mariti.
Nel 1999, sempre in occasione della Pasqua, un’anziana di 93 anni era stata uccisa con un cavo della televisione a La Spezia; l’anno ancora prima un’infermiera milanese di 32 anni, Elisabetta Zoppetti, era stata trovata morta dentro la toilette di un treno Intercity che da La Spezia era partito alla volta di Venezia.
Si sarebbe scoperto solo poco tempo dopo che era stata uccisa da Donato Bilancia, salito alla ribalta delle cronache con il soprannome di mostro della Liguria o serial killer dei treni, condannato a ben 13 ergastoli per aver ucciso 17 persone nel giro di un anno, tra il 1997 e il 1998.
Quando si accanì su Zoppetti, uccidendola a coltellate mentre il convoglio attraversava la città di Genova, il giorno di Pasqua, aveva già mietuto gran parte delle vittime.
L’omicidio commesso da Bilancia non fu l’unico, nel 1997: lo stesso giorno fu uccisa anche un’anziana, nella zona di Marassi. Quello precedente si era consumato sei anni prima, il 31 marzo del 1991.
All’alba, in un’area di servizio di Lungobisagno Istria, a Genova, il 35enne pregiudicato Giovanni Fucci era stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Un regolamento di conti maturato negli ambienti della criminalità organizzata genovese che colpì molto l’opinione pubblica locale.
Come quello avvenuto nel giorno di Pasqua del 1989, l’omicidio della 54enne Maria Adua Merio, che fu massacrata a colpi di pietra da un ragazzo che aveva appena 18 anni mentre prendeva il sole sulla spiaggia di Capo Mimosa, ad Andora. Un omicidio brutale e senza senso, che rimase impresso nella mente di molti e che ancora oggi da molti è ricordato.