Chiedere risposte urgenti sul futuro dell'automotive italiano. Questo l'obiettivo del tavolo convocato oggi al Ministero delle Impese e del Made in Italy (Mimit) che ha visto il ministro Adolfo Urso e la Fiom confrontarsi sulle azioni da intraprendere nei confronti di Stellantis. Una discussione dalla quale è emersa la necessità - ma anche la difficoltà - di riuscire a ottenere una svolta nella strategia industriale da parte del colosso del settore automobilistico.
Il braccio di ferro tra governo e Stellantis continua.
L'obiettivo dell'esecutivo resta sempre lo stesso: salvaguardare la produzione dei veicoli nel nostro Paese, fino all'obiettivo del milione di vetture realizzate negli stabilimenti nazionali. Da sempre, questa è la condizione imprescindibile per il ministro Urso, che ha già minacciato Stellantis della possibilità di trovare altri interlocutori, nel caso la multinazionale non confermasse gli impegni assunti.
Il ministro delle Impese e del Made in Italy è tornato a farlo oggi, ribadendo come l'esecutivo abbia fatto la sua parte e che ora spetti all'azienda muoversi per fornire le risposte che gli sono state richieste.
L'obiettivo del governo trova la sponda dei sindacati, che vedono a rischio centinaia di posti di lavoro a causa della graduale riduzione degli investimenti da parte di Stellantis.
Il tavolo di oggi, spiega una nota congiunta di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, e di Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil, aveva proprio lo scopo di giungere a una trattativa con l'azienda sul piano delle garanzie produttive e occupazionali. Garanzie che, però, non sono arrivate.
La mancanza di risposte sullo stabilimento di Melfi è uno 'schiaffo in faccia al futuro dei lavoratori del comparto, già in grande difficoltà dopo tutti questi mesi di incertezza.
La nota si conclude con l'augurio che il tavolo di domani e di giovedì, che avranno al centro, rispettivamente, il futuro degli stabilimenti di Mirafiori e Atessa, dia le risposte che sono mancate oggi. Con la certezza, tuttavia, di una mobilitazione già fissata per incanalare la rabbia e il malcontento dei lavoratori del settore, con l'appuntamento al 12 aprile a Torino per uno sciopero unitario rivolto all'intero comparto.