03 Apr, 2024 - 13:29

Istat, tasso di occupazione da record a febbraio 2024 grazie all'aumento dei posti fissi

Istat, tasso di occupazione da record a febbraio 2024 grazie all'aumento dei posti fissi

Continua a splendere il sole sul tasso di occupazione registrato in Italia, che a febbraio 2024 fa segnare un nuovo record. In particolare, è da segnalare l'aumento dei lavoratori permanenti, segno di una maggiore stabilità nel mercato del lavoro. Tuttavia, preoccupa il dato sui giovani, che vedono aumentare gli inattivi.

Istat, tasso di occupazione raggiunge quota 61,9% a febbraio 2024

Un trend positivo che, dopo gli ottimi risultati raggiunti alla fine del 2023 non accenna a fermarsi in questo 2024.

L'occupazione in Italia raggiunge il livello del 61,9% - praticamente identico al dato da record toccato a dicembre 2023 - segnando un aumento sia su base mensile sia su base annuale. Gli occupati, infatti, sono 23milioni e 773 mila, una cifra che supera di 351mila unità il dato corrispondente di febbraio 2023 e di 41mila quello relativo a gennaio 2024.

Particolarmente rilevante è il numero di occupati con contratti stabili - i cosiddetti dipendenti permanenti - che aumentano fino a raggiungere i 15 milioni e 969mila unità. Rispetto a febbraio 2023, i lavoratori del 'posto fisso' sono 603mila in più, mentre sono 142mila in più rispetto a gennaio 2024.

La nota dolente della disoccupazione giovanile

Parallelamente all'aumento degli occupati, si registra un aumento della disoccupazione e una diminuzione del tasso di inattivi (coloro che non lavorano né cercano un lavoro). La disoccupazione totale sale, infatti, al 7,5% mentre il numero degli inattivi diminuisce di 65mila unità (pari al -0,5%), riguardando sia gli uomini e le donne di tutte le fasce d'età.

L'unica eccezione è rappresentata dalla fascia d'età tra i 15 e i 24 anni che segna una crescita di tutti i parametri negativi. Il tasso di disoccupazione cresce , infatti, al 22,8%, a fronte di una diminuzione del numero di occupati e all'aumento, pur lieve, degli inattivi.

Un campanello d'allarme che testimonia come, a prescindere dai trend più o meno positivi a livello generale, per le nuove generazioni raggiungere la stabilità lavorativa rappresenti ancora una chimera.

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Piercarlo Fabi
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