È l'effetto-Giorgia? Una candidatura del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, porterebbe Fratelli d'Italia a toccare quota 30% alle elezioni europee. Il premier ci sta pensando a fondo per rilanciare e rafforzare la sua leadership nel governo e nel Paese. Non solo, un impegno diretto le consentirebbe di pesare anche le preferenze personali rispetto agli altri leader. Nell'ultimo sondaggio realizzato dall'Istituto Noto per Porta a Porta, gli intervistati hanno dichiarato le loro preferenze di voto in due casi: con e senza i leader candidati.
Fratelli d'Italia, guidata dal premier, passa dal 28 al 30%. I rapporti di forza fra Lega e Forza Italia vengono invece invertiti dalla presenta dei loro segretari. Senza Tajani e Salvini, il Carroccio ottiene l'8% a fronte del 7.5% degli azzurri. Con i due vicepremier in campo, Fi passa all'8% e la Lega al 7. In totale, grazie ai suoi alfieri, il centrodestra crescerebbe dal 43.5% al 45%.
Nel centrosinistra la candidatura di Elly Schlein contribuirebbe a dare slancio al Pd. La segretaria permetterebbe di superare quota 20: con lei in lista i dem raccoglierebbero il 20.5%, senza solo il 19.5%. Il rimbalzo in avanti del Pd avrebbe effetti negativi su Alleanza Verdi Sinistra: dal 3.5% passerebbe al 3%, ancora più lontano dalla soglia di sbarramento del 4. Giuseppe Conte ha già annunciato che non si candiderà, anche in virtù del regolamento interno ai pentastellati. Un impegno diretto dei leader farebbe arretrare il M5S dal 16.5% al 15.5%. Nelle retrovie, la lista per gli Stati Uniti d'Europa fa il suo debutto con il 4.5% e il 5% in caso di candidatura di Renzi e Bonino.