All'epoca era il 2005, non un Roma-Lazio come quello di questo sabato (si giocava a parti invertite) ma quella di Cesar è un emozione che non conosce fine. Quel tiro all'angolino a spiazzare Pellizoli continua a rimanere nell'immaginario collettivo dei tifosi biancocelesti, e nel suo; un 2-1 che ha aperto la strada alla vittoria finale.
"E' non era una Lazio come quella di adesso dal punto di vista qualitativo", spiega l'ex attaccante brasiliano. Ma il cuore era enorme. Fu la vittoria di tutti, dalla squadra a quel mister Papadopulo arrivato a Natale e che in poco tempo dovette mettere su una squadra capace di azzannare il derby.
Lo sottolinea questo Cesar, mettendolo a termine di paragone per il presente laziale. Dove Sarri ha ceduto il posto a Tudor, chiamato a trovare la formula giusta per avere la meglio sui giallorossi di De Rossi. "Ma il modulo c'entra poco - afferma Cesar - è una questione di applicazione. Se è quella giusta, si può fare risultato, al netto di tutti i problemi". Servirà il cuore secondo Cesar, che in esclusiva a Tag24 ha presentato il suo personale Roma-Lazio.
Vincere per sperare ancora nell'Europa. La Lazio è chiamata a mettere da parte la debacle in semifinale di Coppa Italia contro la Juventus per poter dire la sua in un derby dove in palio ci sono punti pesanti. Cesar spera di vedere in campo una Lazio con la giusta dose di grinta.
D: Come arriva la squadra al derby della Capitale?
R: Con un cambio in panchina. Mossa giusta, serviva uno stimolo per cambiare direzione. Purtroppo abbiamo visto quello che è successo: la squadra non girava, non rispondeva più a mister Sarri, prestazioni altalenanti. Quando succede questo diventa necessario cambiare. La scelta mi ha comunque sorpreso, perchè Tudor ha una filosofia di gioco diversa; io non la conosco, ma ha responsabilizzato la squadra, mi è piaciuto. Poi è difficile poter entrare così all'improvviso e fare subito bene dopo un lavoro di tanti anni, vanno dati gli stimoli giusti, tutti allo stesso livello. Poi bisognerà dare seguito dal punto di vista della metodologia, apprendere il più velocemente possibile visto il poco tempo a disposizione. Un pò come è successo alla Roma con De Rossi, che ha cambiato volto alla squadra.
D: Contro la Juventus in campionato la Lazio ha dimostrato dinamismo. Sarà l'arma giusta per poter vincere il derby?
R: Assolutamente no. E' sicuramente un'arma, ma non può bastare. Lo dimostra la partita persa sempre contro la Juventus in Coppa Italia, dove la squadra non ha dimostrato continuità, non facendo chissà che cosa. Servono i giusti concetti per poter offrire prestazioni complete.
D: La Lazio è sfavorita?
R: E' soggettivo. Dico una cosa: 6 gennaio 2005, in panchina Papadopulo che arriva a Natale, e dopo due settimane c'è il derby. Per questo dico che è una cosa soggettiva, specie se si parla di cambio di allenatore. Basta fare un paragone anche con le rose: questa di adesso è molto più forte di quella di allora, nel 2005 era limitata. Ma io sono fiero, perchè nonostante i grossi limiti si è vinto, ed è questo il punto: si deve mettere il cuore.
Cesar si è poi soffermato sul discorso relativo a Ciro Immobile: titolare, o Castellanos al suo posto? Questo il suo pensiero.
D: Come dovrà giocarlo il derby la squadra biancoceleste?
R: Giocandolo, senza paura. L'approccio deve essere quello giusto, è fondamentale questo punto: entrare in campo concentrato e fare le cose semplici, andando a creare opportunità.
D: Punteresti su Immobile?
R: Per il suo storico direi di sì, non per quello che sta mostrando ora. Lui è un giocatore validissimo, questo non si discute, magari in allenamento fa vedere cose che in partita non riesce a riportare. Ma se durante la settimana mostra cose giuste, allora deve scendere in campo. Io sono per la meritocrazia di quello che si vede in allenamento.
D: La sconfitta in Coppa Italia può lasciare strascichi? E si può recuperare il 2-0 dell'andata?
R: Si può fare eccome. Ora testa al derby, poi si vedrà per la Coppa Italia, ma la squadra in campionato di poter creare fastidio alla Juventus. Il problema della Lazio è la Lazio stessa, deve guardarsi dentro, riuscire a risalire e nel segno della precisione, perchè creiamo tanto ma alla fine i gol sono pochi.