Dopo aver archiviato l'impegno in Coppa Italia contro l'Atalanta con una bella vittoria, la Fiorentina si prepara per tornare in campo anche in campionato. La viola ha necessità di trovare punti preziosi in Serie A, dopo la sconfitta della scorsa settimana arrivata contro il Milan, ma il prossimo impegno è di quelli complicati. La squadra di Italiano dovrà andare a giocarsela a Torino, sul campo della Juventus. Con i bianconeri c'è una rivalità molto forte e sentita da parte dei toscani e anche per questo il match in programma alle 20.45 vale ancora di più. Per commentare Juventus-Fiorentina, Riganò, ex attaccante che con la viola ha vissuto gli anni più importanti della sua carriera e club di cui è rimasto tifoso, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La vittoria arrivata in Coppa Italia contro l'Atalanta ha dato nuova energia alla Fiorentina. La squadra di Italiano ha vissuto giorni molto complicati vista la scomparsa di Joe Barone, ma adesso deve provare a concentrarsi solo sul finale di stagione. Campionato, Coppa Italia e Conference League, la viola è ancora in corsa su tutti i fronti e vuole provare a chiudere in bellezza. Lo scorso anno ha sfiorato due trofei, e quest'anno è determinata a portarne a casa almeno uno. Prima di pensare alle Coppe però, dovrà concentrarsi sull'impegno di domani a Torino contro la Juventus. Appuntamento all'Allianz Stadium alle 20.45, per commentare Juventus-Fiorentina, Riganò, che ha vestito la maglia viola nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La vittoria arrivata in Coppa Italia può dare l'energia giusta per affrontare anche il match di domani con la Juventus?
"Direi proprio di sì, anche perchè la partita con la Juventus, per i tifosi della Fiorentina, non è mai una partita normale. I bianconeri sono una squadra che procede a corrente alternata e può fare prestazioni buone, come contro la Lazio e altre meno buone, come abbiamo visto nell'ultimo periodo. Quando la viola gioca contro le grandi, però, io non ho paura. Temo molto di più le gare più semplici sulla carta perchè in questo campionato si è perso troppo per strada. Non a caso dal quarto posto la Fiorentina è scalata in decima posizione. Per raggiungere certi obiettivi serve continuità. Il Bologna, la Roma e l'Atalanta hanno azzeccato un filotto di partite e tutte hanno superato la viola".
L'obiettivo primario di questa squadra deve essere la Conference League?
"Non si possono fare calcoli perchè la Fiorentina è già rimasta scottata lo scorso anno. Di due finali non ha portato a casa neanche un trofeo e quest'anno le cose devono andare diversamente. Coppa Italia e Conference sono l'obiettivo primario, ma non si può tralasciare nulla. In campionato domani, contro la Juventus, mi aspetto la formazione migliore possibile. Anche perchè, prima di tutto, la squadra di Italiano dovrà conquistare un posto europeo tramite la Serie A. Purtroppo abbiamo già visto che vincere un trofeo non è semplice e non si può lasciare nulla al caso. Rischia di essere un cane che si morde la coda. Si potrebbe pensare di puntare tutto sulle Coppe, ma poi si può restare con un pugno di mosche in mano".
Federico Chiesa si è sbloccato contro la Lazio, è lui il pericolo principale?
"Per me il pericolo principale è sempre Vlahovic, chiaramente insieme a Chiesa. Federico lo conosciamo bene, ha strappi importanti e ora sta tornando al 100%. Dusan però ha già segnato abbastanza. Nonostante questo la Fiorentina se la deve giocare al massimo, perchè non si parte mai sconfitti, contro nessuno. Poi, a prescindere da come andrà a finire, si dovrà accettare il risultato".
In casa Fiorentina invece sembra sempre mancare un grande attaccante. Che ne pensi di Belotti?
"Belotti, insieme anche a Beltran, fa sempre un grande lavoro e tanto sacrificio. Entrambi sono encomiabili, ma è chiaro che per gli attaccanti contano i gol e da quel punto di vista alla Fiorentina manca qualcosa. Sotto il piano dell'impegno e della voglia nulla da dire, ma penso che anche per loro sia frustrante segnare così poco".
Ultima cosa, pensi che Italiano vada via a fine stagione?
"A Vincenzo darei un consiglio che è quello di rimanere qui. Come si sta a Firenze non si sta da nessun'altra parte nel mondo. Secondo me ci deve pensare bene. Per quel che mi riguarda non è un ciclo finito. Lavora qui da 3 anni e ci sono allenatori che restano nello stesso club per una vita. Penso che lui possa ancora dare tanto e fare bene, in una piazza che lo apprezza e lo lascia lavorare con serenità. Poi, tra qualche tempo, potrà pensare di andare via per fare il salto di qualità".