La Coldiretti sul piede di guerra per salvaguardare il Made in Italy, ma soprattutto la salute dei cittadini. Oggi e domani al Brennero, ai confini tra Italia e Austria, un presidio con migliaia di agricoltori che stanno raggiungendo la frontiera per protestare contro la contraffazione continua dei prodotti italiani e per verificare, contestualmente alle operazioni delle forze dell'ordine, il contenuto di tir, camion frigo ed autobotti.
Ma l'iniziativa è volta soprattutto a denunciare l'arrivo di merce contraffatta e spacciata per italiana.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, porta l'esempio concreto di quanto sta accadendo a discapito degli agricoltori, come patate straniere vendute come italiane o dei falsi carciofi brindisini di provenienza africana, o dell'olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine, ha fatto sapere qual è lo scopo del loro presidio:
Dal valico l'associazione degli agricoltori ha lanciato la raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, per mettere in risalto il tutto è stato creato l'hashtag #nofakeitaly.
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
Per l’occasione inoltre, al Brennero, è stata allestita la tavola del fake in Italy, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre tutto di provenienza estera.
Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha spiegato anche le altre ragioni della protesta sul confine austriaco:
Il Brennero è stato scelto non solo per il suo ruolo strategico, ma anche perché sarà al centro di un'audizione europea a Bruxelles, dopo l'avvio della procedura di infrazione contro l'Austria, voluta dal ministro Matteo Salvini, per i divieti dei tir in Tirolo.
La commissione europea ascolterà le parti e dovrà decidere se adottare o meno un parere motivato, entro il 15 maggio.
A peggiorare la situazione la decisione europea dello scorso dicembre, quando la Corte dei Conti europea ha bacchettato Roma riguardo i Decreti italiani sull’etichettatura d’origine, per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi e salumi, considerate ostacoli al libero commercio, nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto. L'ennesimo danno del Made in Italy.