Parla chiaro Maurizio Landini, a proposito della situazione di Stellantis, chiedendo al suo amministratore delegato Tavares di chiarire quali prospettive ci sono per la multinazionale in Italia. Una richiesta di chiarimento che si accompagna all'annuncio di una grande mobilitazione prevista a Torino proclamata per garantire il futuro industriale del Paese, per Landini seriamente a rischio.
Uno sciopero di tutte le sigle sindacali per segnalare in maniera inequivocabile il pericolo che corre il settore dell'automotive - e, più in generale, l'intero comparto industriale - in Italia.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, presenta così lo sciopero di venerdì 12 aprile a Torino, a margine delle assemblee generali della Camera del Lavoro e delle categorie del sindacato torinese.
Il segretario Cgil esalta il carattere unitario della manifestazione, che coinvolge tutte le sigle sindacali per la prima volta dal 2010.
Landini denuncia il rischio di "deindustrializzazione" che sta correndo il Paese. Chiede investimenti e punta il dito contro la multinazionale Stellantis che, in uno sfiancante tira-e-molla, non ha ancora fornito risposte chiare sulle sue intenzioni in merito agli investimenti sulla produzione italiana a governo e sindacati.
A questo proposito, Landini accoglie con soddisfazione l'annuncio di un tavolo organizzato per domani allo stabilimento di Mirafiori, al quale parteciperà proprio l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e le sigle sindacali.
"Un fatto positivo", rimarca il leader della Cgil che, però, afferma che "di chiacchiere ne abbiamo già ricevute abbastanza". Landini dice di non volere ulteriori "pacche sulla spalla" ma di richiedere piani e prospettive economiche che vadano oltre il presente e il futuro prossimo ma siano a lungo termine.
Una battaglia in piena regola per il segretario della Cgil, che batte i pugni sul tavolo nella convinzione della necessità di una svolta decisa del comparto industriale italiano. Una scossa che il sindacato è pronto a dare con una stagione di mobilitazione che, come anticipato dallo stesso Landini, è solo all'inizio.