È una vera e propria tragedia quella che nella serata di ieri, 14 aprile, ha colpito la piccola cittadina di Genzano di Roma, sul lago di Nemi: un ragazzo di 14 anni originario di Ariccia, Fabrizio P., è morto davanti agli occhi degli amici dopo essere caduto in un burrone, facendo un volo di diversi metri, di ritorno da una scampagnata sul lungolago. Sembra che stesse cercando di arrampicarsi per raggiungere uno strapiombo che si affaccia sullo specchio d'acqua quando, facendo leva con i piedi sul ramo di un albero, sarebbe scivolato.
Il sentiero che Fabrizio P. e i suoi amici stavano percorrendo collega una delle spiagge del lago di Nemi al borgo di Genzano, nel territorio dei Castelli Romani, ed è già tristemente noto per la sua pericolosità: non a caso, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, nel 2014 era stato chiuso, venendo interessato, dal 2023, da una serie di lavori di riqualificazione e messa in sicurezza. Lavori che, secondo il quotidiano locale Castelli Notizie, di recente erano stati interrotti senza mai essere portati a termine.
Si tratta di una stradina immersa nel verde - almeno teoricamente inagibile - che dà accesso a uno strapiombo che si affaccia sullo specchio d'acqua: lo stesso che il 14enne stava cercando di raggiungere, arrampicandosi, quando, facendo leva con i piedi sul ramo di un albero, sarebbe scivolato e avrebbe fatto un volo di oltre 40 metri - tra rocce, tronchi e vegetazione - davanti agli occhi pietrificati dei ragazzi che erano con lui, tutti tra i 14 e i 16 anni di età.
Sarebbero stati loro a dare l'allarme: all'arrivo dei soccorritori del 118 - che per raggiungere il giovane avrebbero dovuto calarsi con delle corde con l'aiuto di carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco - per Fabrizio P. non c'era già più niente da fare. "È accaduto tutto in pochi secondi. Abbiamo provato a chiamarlo ma non rispondeva più.
A quel punto abbiamo capito che era accaduto l'irreparabile", ha raccontato uno dei presenti ai giornalisti della redizione romana del Corriere, spiegando che conoscevano bene la via dell'incidente perché erano soliti percorrerla per andare in spiaggia. Nessuno di loro poteva aspettarsi che da un momento all'altro una giornata di risate e di giochi si sarebbe trasformata in un incubo.
Originario di Ariccia, Fabrizio frequentava il primo anno dell'Isituto alberghiero di Velletri e da chi lo conosceva viene descritto come un ragazzo "solare, perbene ed educato": davanti a sé aveva ancora tutta la vita davanti. Come ce l'aveva il 15enne di origini africane che sempre ieri, nel giorno del suo compleanno, è morto mentre faceva un bagno in mare a Tricase Porto, in Salento.
Nel suo caso le dinamiche dell'accaduto sono ancora tutte da chiarire: stando a quanto ricostruito finora, il giovane si trovava insieme a un gruppo di amici quando, in seguito a un tuffo, non sarebbe più riemerso dall'acqua, facendo preoccupare i presenti, che avrebbero quindi cercato di riportarlo a riva. Tutti i tentativi di rianimarlo sarebbero stati inutili.
Con molta probabilità sul suo corpo sarà effettuata l'autopsia, chiesta anche nel caso della studentessa di 15 anni che lo scorso marzo è morta in un'aula della scuola che frequentava a Giugliano in Campania dopo aver accusato un malore improvviso. Una tragedia che la consigliera delegata alla Scuola della Città metropolitana di Napoli Ilaria Abagnale, nel mostrare solidarietà alla sua famiglia, aveva definito "sconvolgente".