Il 15 aprile del 1452 vedeva la nascita di Leonardo Da Vinci, emblema del genio italiano. Non poteva che essere questa, dunque, la data scelta per la celebrazione della Giornata Nazionale del Made in Italy, voluta dal ministro Adolfo Urso in segno di riconoscimento all'eccellenza italiana e inaugurata oggi al Ministero.
È raggiante Adolfo Urso all'uscita dalla sede del Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy da lui presieduto, che ha ospitato l'inaugurazione della prima Giornata nazionale del Made in Italy.
Un appuntamento simbolico considerato fondamentale dal ministro e dall'esecutivo, per dare nuovo slancio alle fortune delle aziende e dei prodotti italiani nel mondo, nel segno di una tradizione che vede l'Italia da sempre punto di riferimento internazionale.
La giornata ha visto il suo apice nella consegna del premio 'Profeti in Patria', assegnato a tutti coloro che hanno esportato i valori del genio italiano all'estero.
Raggiunto dai cronisti, tra cui l'inviato di TAG24 Michele Lilla, Urso ha respinto nettamente l'idea che il made in Italy, oggi, sia un valore tramandato quasi esclusivamente dalle piccole e medie imprese, sottolineando come anche le multinazionali facciano la loro parte per dare risalto all'eccellenza italiana.
Una convinzione, quella del ministro, che non viene scalfita neanche quando Lilla gli ricorda la vicenda Stellantis, con la multinazionale del settore automotive che non sembra provare per il nostro Paese quell'attrattiva di cui parla Urso, malgrado il pressing di Ministero e sindacati.
Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò considera fondamentale il ruolo del made in Italy nello sport.
In particolare, la tanto discussa pista da bob per le Olimpiadi invernali di Cortina 2026 sarà un esempio di tale eccellenza per il numero 1 del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Infine, una chiusura su quanto accaduto nel corso della partita di Serie A tra Udinese e Roma, sospesa a seguito di un malore del difensore giallorosso Evan N'Dicka, per volere delle due società. Un atteggiamento lodato da Malagò.