Nei giorni scorsi Azione Piemonte ha sciolto le riserve e ha scelto di appoggiare il candidato governatore uscente, Alberto Cirio di Forza Italia. Il presidente di Azione Piemonte, Osvaldo Napoli, ha spiegato le ragioni della scelta senza nascondere l'esistenza di divergenze di opinioni all'interno del partito, smentendo, però, fratture ufficiali. Napoli si è anche detto sicuro del successo alle Elezioni Europee e ha parlato di un regalo che il terzo polo ha fatto a Forza Italia, "regalando" al partito di Antonio Tajani il voto dei moderati.
D: Alle elezioni Regionali in Piemonte Azione ha scelto di appoggiare, come in Basilicata, il candidato del centrodestra. Come si è arrivati a questa scelta e soprattutto: è solo una questione di candidati, o, c’è una maggiore affinità in questo momento con quello che è il percorso del centrodestra?
R: Il problema sono candidati. Ad oggi il Partito Democratico andrà da solo in quanto il campo largo in Piemonte non esiste, anzi esiste una rottura notevole perché le due controparti sono completamente differenti e differenziati sia sul programma e sia sui metodi. Noi abbiamo indirizzato il nostro voto nei confronti di Alberto Cirio perché è un presidente che ha lavorato intensamente, che ha dimostrato anche nel periodo del Covid di avere delle qualità di buona amministrazione e di buona capacità di gestione. Non c’è una scelta politica, ma c’è una scelta sulla capacità delle persone, in questo caso la scelta è ricaduta su Cirio. Ragionando in termini politici, il centrosinistra e il M5S sono allo sbando".
R: E' vero, Calenda ci ha detto io non mi intrometto, ognuno sul territorio si adegui a quelli che sono "indirizzi personali". La linea del commissario di Azione in Piemonte, Enrico Costa, è stata la linea di indirizzo su Cirio.
D: Non tutti però sembrano contenti di questa decisione. Si è aperta una spaccatura a livello regionale nel partito?
R: La linea del commissario è stata chiara. All’interno del partito sicuramente in termini locali c’è qualcuno che si differenziava dalla scelta di Cirio, ma non c’è un problema, il dibattito interno è la vera democrazia. Non c’è un contrasto, ma all’interno del partito una differenziazione c’è stata e c’è. Ad oggi nessuno ha detto vado via dal partito. Ad oggi una spaccatura ufficiale non c’è stata.
D: Parliamo delle Elezioni Europee. Azione ha scelto di non aderire al progetto degli Stati Uniti d’Europa scegliendo, forse, la via meno facile per il raggiungimento del 4%. Una scelta di coerenza?
R: Nella lista degli Stati Uniti d’Europa ci sono partiti che in Europa si troveranno in posizioni diverse, cosa che in Azione non succederà perché siamo tutti concordi sulle stesse posizioni. La differenziazione politica è questa. E’ chiaro che la rigidità che c’è stata sulla presenza di un uomo rispetto ad un altro è una rigidità che ha una storia, diventava difficile unire queste due differenziazioni.
D: Riuscirete a raggiungere il 4% delle preferenze che consente di entrare al Parlamento Europeo?
R: Ne ho la certezza assoluta. Le qualità tecniche e politiche di una leadership forte come quella di Calenda a mio giudizio consente a noi di Azione di essere ottimisti, anche perché abbiamo ottimi candidati alle Europee e abbiamo anche una base territoriale fortemente presente. La preparazione di Calenda, unita ad un forte presenza territoriale, ad un programma e al fatto che siamo sempre stati europeisti, credo che alla fine pagherà più di quel 4%. Io sono ottimista.
D: Perché non si è candidato?
R: Mi ha fatto piacere la richiesta di candidarmi arrivata da parte di alcuni amici di Azione, però ritengo sia giusto fare largo ai giovani. Noi dobbiamo mettere a disposizione la nostra esperienza. Io esco da un’esperienza di 27 anni da sindaco e da 25 da deputato, quindi, credo che ad un certo momento bisogna mettersi al servizio degli altri. Non toccava più a me essere candidato, ma toccava agli altri e io aiuterò chi si candiderà.
D: Alla luce delle inchieste di Bari e in Piemonte, c’è una questione morale da porre?
R: La questione morale nella politica italiana dovrebbe esserci da lunghi anni e non è una problematica di adesso. Per quanto mi riguarda e per Azione noi siamo garantisti sino all’estremo. E’ ovvio, però, che ci sono dei giudizi politici, perché quando ci sono comportamenti da membri di governo che, pur non essendoci una condanna, ma che hanno un forte impatto sull’opinione pubblica, alcune decisioni su un passo indietro sarebbe auspicabile.
D: Si riferisce alla ministra del Turismo Daniela Santanchè?
R: Io mi auguro che Daniela Santanchè dimostri che tutte le accuse sono infondate, però è in una posizione come ministro estremamente delicata e io al posto suo farei una pausa. Io ero parlamentare quando l’ex ministra Josefa Idem fu costretta a dimettersi perché si era "dimentica" di pagare l’Imu.
D: Lei ha un passato in Forza Italia, come giudica la nuova Forza Italia del segretario Antonio Tajani?
R: Credo che Forza Italia stia godendo di un periodo favorevole dovuto al fatto che il moderato che non vuole votare Giorgia Meloni, Pd e i Cinquestelle vota Forza Italia perché lo vede il partito moderato all’interno del Governo. La verità, e non ho paura di dirlo, è che secondo me - al di là degli errori che sono stati fatti - se il duo Calenda-Renzi fosse rimasto insieme, molti voti che oggi stanno andando a Forza Italia sarebbero andati al terzo polo.
D: Un regalo fatto a Forza Italia?
R: Non ci sono dubbi. A mio giudizio o l’elettore moderato non va a votare, o se va a votare - in questo momento - sceglie Forza Italia, che vede come l’unico partito moderato all’interno del governo. Io spero che cambi idea naturalmente e voti Azione.