Matteo Renzi ne ha per tutti, dal Pd - uno dei suoi bersagli preferiti - a Michele Emiliano per gli scandali in Puglia, fino all'ex alleato Carlo Calenda. Il leader di Italia viva non risparmia attacchi e e 'stoccate' durante un'intervista al programma di La7 Tagadà, dicendo anche la sua sulle prossime Elezioni europee e sulla situazione in Medio Oriente.
Come spesso gli capita, Matteo Renzi torna a fare i conti con il proprio passato, analizzando e giudicando impietosamente gli ex alleati del suo percorso politico.
Non ha perso l'occasione durante la sua partecipazione a Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, nel quale ha preso di mira in modo particolare la sua vecchia formazione politica, il Partito democratico.
Oggi a Tagadà per parlare con Tiziana Panella della situazione internazionale. Ecco perché serve la lista Stati Uniti d’Europa. Vi leggo nei commenti https://t.co/JGtUkKic0s
— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 16, 2024
Nei confronti dei dem, l'ex sindaco di Firenze è tornato a recitare il leitmotiv del loro 'appiattimento' sulle posizioni politiche del Movimento 5 Stelle. Una linea che, per Renzi, non può venire mascherata semplicemente mettendo un simbolo come Enrico Berlinguer sulla tessera del partito, come accaduto qeust'anno.
Un'accusa che il leader di Italia viva rivolge anche al presidente della regione Puglia Michele Emiliano, anche alla luce delle inchieste giudiziarie che hanno colpito la sua giunta, provocando un vero e proprio terremoto politico proprio tra Pd e Cinquestelle.
Renzi definisce le vicende pugliesi "un film dell'orrore" alla cui regia individua proprio Emiliano.
Anche Carlo Calenda finisce sotto le raffiche dell'ex sindaco.
Il tema sono le prossime Elezioni europee e il leader di Azione, secondo Renzi, sarebbe colpevole di ridurre "problemi mondiali" a una "polemica personale".
Una battuta secca per poi passare oltre, alla questione del ruolo politico dell'Europa in uno scenario internazionale teso e complesso come quello attuale. E anche nei confronti dell'Unione e dei suoi leader, Renzi non le manda certo a dire.
Infine, una riflessione sulla crisi in Medio Oriente, che Renzi attribuisce al riassetto degli equilibri interni al mondo islamico.
"Da quando gli Ayatollah hanno preso il governo dell’Iran, è iniziato un conflitto per chi ha la leadership nel mondo islamico. Oggi la partita è se vincono gli estremisti o vincono i moderati come la Giordania e l’Arabia Saudita".
Renzi riconosce a Israele "il diritto e il dovere di esistere e di difendersi" ma dice di augurarsi un nuovo primo ministro alla sua guida di fronte al "caos globale" rappresentato dal panorama geopolitico attuale in cui, conclude, basta poco "per far scattare un incidente mostruoso".