Si svelano i retroscena di una grande interpretazione, mentre si consumano questi giorni di attesa. Talento, musica e grandi storie ci aspettano.
Arriva su Netflix, il 2 maggio 2024, il film biopic su Gianna Nannini, "Sei nell'anima". L'attrice protagonista, Letizia Toni, ha spiegato a Tag24 cosa si prova ad essere nei panni di un'artista così grande e come si è immedesimata nel ruolo:
D: Si parte dalle origini. Di dove sei, quanti anni hai e come sei arrivata a recitare questo ruolo? Tutti attendono di vederti nei panni della grande Gianna Nannini
R: Io sono nata a Prato, ma sono cresciuta a Pistoia, ho 30 anni.
Ho fatto lì tutte le mie scuole. I miei genitori sono di Pistoia. Ho iniziato a sentire la passione per la recitazione a circa 14 anni.
Guardavo i film e volevo essere lì dentro anch'io. Imparavo a memoria tutti i dialoghi, li replicavo in solitudine, perché all’inizio mi vergognavo. I miei genitori non erano d'accordo. Nonostante lo chiedessi, non hanno mai avuto l’iniziativa di iscrivermi a dei corsi specifici.
Volevo andare all'istituto d’arte, perché dipingevo e credevo che mi avvicinasse un po’ a questo mondo ma, in ogni caso, i miei non erano della stessa idea e mi segnai a ragioneria, in cui mi sono diplomata, a Pistoia.
R: Una volta raggiunta l’indipendenza, mi sono cercata un corso di recitazione a Firenze, alla Scuola di Cinema e Immagina, che ho frequentato per quattro anni. E' stato il mio punto di partenza e il mio tutto. Lì ho fatto recitazione e regia.
Un corso intenso, veloce e anche pratico. Poi ho trovato un'agenzia a Roma, ho fatto spot pubblicitari, piccole cose, un provino dopo l'altro e poi... non so come, sono arrivata di preciso a questo provino. Non so chi ha fatto esattamente il mio nome alla produzione e alla casting tra la mia agenzia e la Film Commission Toscana.
Ho superato tre provini, per poi essere scelta.
È stato un percorso lungo, sono quasi 10 anni che lavoro, che mi preparo, che ho atteso per poter avere delle occasioni.
Ci sono stati dei down fortissimi, anche a livello fisico. C'è stato il lockdown e diverse difficoltà.
In alcuni momenti pensavo di mollare, ma poi non riuscivo a distaccarmi dall’idea di recitare.
La mia famiglia e quella di Gianna Nannini sono molto simili come struttura. Ho lavorato con i miei genitori per potermi mantenere e, anche io come lei, ho provato nell'azienda di famiglia. I miei genitori hanno un garden center, vendono piante.
D: Qual è stata la difficoltà più grande nell'interpretazione?
R: All'inizio mi sentivo investita di questa enorme responsabilità: rappresentare Gianna Nannini. Mi sembrava davvero di avere una montagna davanti.
Ma in realtà Gianna si è messa molto a disposizione per il film e anche mia, per farmi conoscere la sua storia e per aiutarmi.
D: E’ tua la voce nel film?
Si, la voce è la mia. Io all'inizio non dovevo cantare nel film. Poi Gianna mi ha chiesto di provare e mi ha detto canta tu, a questo punto.
Mi ha seguita molto con il canto, durante il percorso di preparazione delle musiche.
C’è stato un grosso lavoro di preparazione per le sue peculiarità vocali. Ho lavorato sulla nostra toscanità e a livello musicale abbiamo riscontrato molte somiglianze.
Il nostro accento influenza tanto la tipologia di canto di Gianna. Abbiamo lavorato al rauco e mi sono così avvicinata alla sua vocalità di quando aveva 30 anni. Mi ha insegnato tecniche di respirazione che non avevo mai visto prima.
D: Ti ha lasciato critiche o giudizi, a prodotto finito?
R: Lei, per quello che vedo anche nelle sue interviste, sembra molto contenta di me. Anche in privato mi ha confidato che si è creato una sorta di sdoppiamento tra me e lei. Ha visto proprio sullo schermo le sensazioni che ha provato all’epoca.
E’ impressionante e a volte, veramente strano, eravamo proprio simili. Durante la preparazione ci muovevamo uguale, parlavamo con gli stessi tempi e lo stesso atteggiamento. Ci siamo davvero impegnate per arrivare a questo personaggio, che è partito dall’interno, non solo per somiglianza esteriore, perché, in realtà, ci assomigliamo poco esteticamente.
C'è stata da parte mia una ricerca delle motivazioni che nella sua vita l’hanno portata a certi comportamenti, tempi e scelte.
D: Nelle esperienze ti sei ritrovata nella sua vita? In cosa?
R: Si, specialmente nella parte dell'infanzia e adolescenza e anche nel modo in cui lei è scappata per andare a Milano, quando ha iniziato il suo percorso. Mi è successa la stessa cosa, perché io sono scappata da Pistoia, sono andata a Roma in cerca di qualcosa per iniziare il mio mestiere , la mia carriera artistica.
Simile è anche il modo in cui siamo cresciute. Tutte e due in campagna, nel raccoglimento, la solitudine. C'è stata molta somiglianza nelle radici.
Quando mi sono accorta di questo ho capito che quella era la chiave per entrare poi dentro tutta la sua vita e sentirla più sulla pelle.
D: Quanto c’è di vero di Gianna Nannini nel film Sei nell’anima?
R: Lei ha scritto un'autobiografia, il libro Cazzi miei. Il film è stato ispirato a questo, che è un flusso di pensiero, lì racconta dalla nascita, dall'infanzia, fino a quando è grande, tutte le cose che le sono successe.
Il film è ispirato, ci sono delle cose reali, altre romanzate, per farle risultare a livello cinematografico in un certo modo. Dico sempre che il cinema è la sublimazione della realtà, quindi ci sono delle cose che con la trasfigurazione risultano più belle, più estetiche.
D: Parlando invece di curiosità relative alla vita privata e al mondo del gossip: sei fidanzata?
R: Si, in effetti sono molto riservata (ride ndr.) non sono fidanzata.
Ecco tutte le anticipazioni sul film, il cast e la trama di "Sei nell'Anima".