Nel marzo del 1944 il filosofo Guido Calogero, dopo essere stato rinchiuso nelle carceri delle Murate a Firenze e poi a Bari, torna a Scanno, in Abruzzo, dove ritrova un suo ex allievo alla Scuola Normale di Pisa, Carlo Azeglio Ciampi. Il presidente della Repubblica ricorda l'incontro con il suo maestro in un articolo pubblicato il 21 maggio del 2001 da "la Repubblica" e intitolato "Quei mesi della Resistenza. Una lezione di libertà".
"I sei mesi che trascorsi con Calogero - ricorda Carlo Azeglio Ciampi - furono estremamente intensi. Per me, così giovane, fu l'occasione di imparare da un grande nobile maestro, del quale divenni amico. Ci insegnava i principi fondamentali del comportamento dell'uomo; prima di tutto il rispetto degli altri. Oggi si parla spesso di tolleranza; non amo questa parola perché è un termine improprio, ma ciascun essere ha bisogno di conoscere e di essere pronto a lottare perché gli si riconoscano gli stessi diritti che noi riteniamo di dovere pretendere da tutti".
E aggiunge: "Ci insegnava inoltre che l'individuo ha un senso in quanto vive in una collettività e la base della collettività è il saper dialogare, il saper parlare, discutere e affrontare gli argomenti con piena libertà di convincimento delle proprie idee, con l'intendimento di farle affermare, ma proprio a riconoscere la ragione dell'altro e ad accettarla quando uno ne divenga convinto". E l'ascolto è la premessa del dialogo: "Prima ancora che nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non è il paese degli oratori, è il paese degli ascoltatori" diceva Calogero.
Stefano Bisi