Animal Farm è stato scritto da George Orwell sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Il romanzo è una satira politica sulla tirannia scritto seguendo la struttura di una fiaba classica. La storia, incentrata sugli animali della fattoria del Signor Jones, vogliono ribellarsi alla tirannia dell’uomo poiché sfruttati e schiavizzati, e cercano di allearsi tra loro così da formare una società dove sono tutti uguali, senza alcun tipo di supremazia.
Poco dopo però, i maiali, che si reputano i più intelligenti, cercano di prendere il controllo della situazione, facendo credere agli altri animali di farlo per il bene della società, quando in realtà non è cosi. Napoleon è il maiale che ha assunto il potere, e con il passare del tempo tende ad assomigliare sempre di più agli uomini, imponendo la sua supremazia sugli altri animali. Una situazione che si evolverà fino a diventare quasi una dittatura dove i maiali si considerano superiori, cercando di persuadere gli animali più deboli ed ingenui.
Ben presto, scateneranno l’ira dei più astuti, e determinati, a porteranno l’uguaglianza in società. Così, verranno sempre più paragonati agli esseri umani, poiché tendono ad assomigliarsi nei modi di fare, e schiavizzano tutti gli altri animali della fattoria. A questo punto si domanderanno se non fosse stato meglio rimanere sotto il potere del Signor Jones, anziché sotto quello di Napoleon.
In questo romanzo, Orwell vuole condannare qualsiasi forma di tirannia e totalitarismo. Più nello specifico però, l’opera si riferisce al comunismo russo, descrivendo infatti in modo molto metaforico la rivoluzione russa del 1917, paragonando Napoleon a Stalin sotto forma di metafora per paura delle conseguenze.
Nonostante il racconto sia stato narrato attraverso la struttura di una fiaba, la metafora fu comunque compresa da Stalin, e criticata fin da subito. Di conseguenza, molti editori furono titubanti sulla pubblicazione a causa di temi molto forti e del paragone tra il popolo russo e gli animali. Il romanzo ricevette un grandissimo successo anche tra i più piccoli, che leggevano la storia con occhi diversi e con molta ingenuità, inconsapevoli di cosa stesse succedendo al tempo.