Era attesa e quasi data per scontata, ma l'ufficialità della candidatura di Giorgia Meloni alle Elezioni europee 2024 scatena comunque una serie di reazioni da parte delle forze di opposizione. Dagli attacchi di Schlein e Conte all'ironia di Renzi, tutti i leader si preparano alla sfida elettorale che, a questo punto, rappresenta un banco di prova importante anche per gli equilibri di politica interna.
Sono passati pochi minuti da quando la leader di Fratelli d'Italia ha terminato il suo discorso dalla conferenza programmatica di Pescara, quando iniziano ad arrivare i primi commenti all'annuncio della sua candidatura alle Europee che si terranno il prossimo 8 e 9 giugno.
Interventi che sembrano quasi preparati in anticipo, tanta è la rapidità con cui arrivano nelle agenzie e in Rete. E non ci sarebbe da sorprendersi, tanto era previsto l'annuncio di oggi della presidente del Consiglio.
C'è un filo comune che unisce gli interventi di Elly Schlein e di Giuseppe Conte: entrambi partono dal 'cambiamento' che Meloni dice di aver inferto all'Italia, criticandolo duramente.
La segretaria del Partito democratico commenta duramente il fatto che, in "un'ora di discorso" la premier non abbia detto una parola su sanità pubblica, salari bassi, precarietà e sicurezza sul lavoro. Una mancanza dovuta, spiega Schlein, alla distanza tra la Meloni che vive "nel 'paese delle meraviglie'" e la realtà del suo Paese.
Un punto di vista condiviso dal leader del Movimento 5 Stelle, che in un post su Twitter definisce la Meloni una "Re Mida al contrario: quel che tocca distrugge".
"Con Giorgia L'Italia cambia l'Europa": per una volta la premier ha ragione. Le abbiamo lasciato un'Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da Presidente del Consiglio, ha dato l'ok a un… pic.twitter.com/yUo8Wi8fHU
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) April 28, 2024
Affida, invece, a Facebook il suo pensiero Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, criticando la retorica meloniana (definita "la solita pappardella"), rimasta identica anche nel passaggio dall'opposizione alla guida del governo.
Fratoianni elenca gli attacchi ai 'nemici' di sempre - dall'opposizione a Report fino ai giornalisti della Rai - che hanno impedito alla Meloni di "dare mezza risposta agli italiani" sui loro problemi. Infine, l'affondo sulla guerra e gli investimenti sulle armi, che l'esponente di Avs prende di mira per denunciare le preoccupanti priorità del governo che Meloni rappresenta.
Dopo quelle del campo largo (se ancora ne esiste uno...), arrivano le reazioni del 'fu' terzo polo.
Promette battaglia contro l'idea di Europa della presidente del Consiglio Carlo Calenda, che proprio oggi ha annunciato anche lui la propria candidatura per le Europee, dopo mesi in cui negava seccamente questa possibilità.
Un impegno, spiega il leader di Azione, preso proprio per contrapporsi alla deriva che prenderebbe l'Ue se lasciata nelle mani di quella che definisce la "discepola di Orban".
L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. Contro questo modello da discepola di Orban combatteremo alle elezioni europee. L’Italia è un grande paese fondatore dell’UE, non l’Ungheria degli amici di Putin. Mobilitiamoci. #SiamoEuropei https://t.co/4E36jvit5f
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 28, 2024
Sceglie, invece, la strada che gli è più consona dell'ironia Matteo Renzi. Il leader di Italia viva denuncia la scarsa serietà politica della presidente del Consiglio, che si candida esclusivamente per contare i propri consensi, da contrapporre a quelli degli alleati in Italia. Atteggiamento, scrive Renzi, da influencer.
Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un’influencer
— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 28, 2024