29 Apr, 2024 - 21:12

Le promesse di Meloni ai sindacati ma sull'ex Ilva "siamo ancora lontani" dicono i metalmeccanici | VIDEO

Le promesse di Meloni ai sindacati ma sull'ex Ilva "siamo ancora lontani" dicono i metalmeccanici | VIDEO

Un vertice per provare ad appianare le difficoltà e i contrasti del recente passato, in vista dell'imminente Festa dei Lavoratori del 1 maggio. Giorgia Meloni e i sindacati si sono incontrati a Palazzo Chigi oggi, 29 aprile 2024, per discutere delle misure che l'esecutivo intende mettere in campo per il mondo del lavoro ma anche delle criticità italiane esplose negli ultimi mesi, a partire dal caso dell'ex Ilva. Purtroppo, proprio su quest'ultima vicenda, non sembra che le cose siano andate nel migliore dei modi...

Vertice tra Meloni e i sindacati, sull'ex Ilva "accordo ancora lontano" dicono i metalmeccanici

Il rapporto tra i sindacati e il governo presieduto da Giorgia Meloni non è mai stato idilliaco. Molti i contrasti, dai salari a quella strage rappresentata dalle morti sul lavoro, che hanno inasprito i toni del confronto.

Il vertice di oggi doveva essere un colloquio sui piani dell'esecutivo per affrontare le criticità più evidenti nell'immediato futuro. Anche per questo è stato preceduto da un confronto con i sindacati metalmeccanici sulla situazione dell'ex Ilva di Taranto.

I lavoratori dell'azienda, posta da mesi in amministrazione straordinaria, dopo l'estromissione di ArcelorMittal da Acciaierie d'Italia, chiedevano all'esecutivo la presentazione di un piano per uscire da questa situazione ma, stando alle loro parole rilasciate ai cronisti - tra cui l'inviato di TAG24 Michele Lilla - non sembra che l'obiettivo sia stato raggiunto.

Il primo a parlare è Rocco Palombella, segretario Uilm, che dice di contestare "il metodo e la sostanza" dell'operato del governo e pretende il rispetto dei "lavoratori continuano a soffrire", per poi promettere:

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"Continueremo a incalzare il governo e i commissari affinché ci sia da subito una ripresa produttiva, una riduzione della cassa integrazione e un clima importante di fiducia in tutti gli stabilimenti".

Insoddisfatto anche Michele De Palma, segretario generale della Fiom. Anche per lui l'obiettivo è il ritorno al lavoro degli operai e la fine dell'amministrazione straordinaria, ricordando il governo che è passato fin troppo tempo dallo stop ai lavori.

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"Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo. Il governo ci ha detto che sono in via di intervento per 150 milioni. In più ci dovrebbero essere i 320 milioni del prestito, che devono essere autorizzati dalla Commissione europea. Ma il tempo che è passato finora è stato fin troppo, i 320 milioni servivano subito. Queste risorse non bastano, le nozze con i fichi secchi non si fanno".

Sembra più possibilista Ferdinando Uliano, segretario Fim-Cisl, che riconosce come il piano prospettato dall'esecutivo "rimette in piedi, oggi, gli attuali impianti". Un punto di partenza su cui, si augura, si innesti il prestito da 320 milioni da parte dell'Europa senza il quale, chiarisce, "l'azienda non è in grado di continuare".

Le misure del governo sul lavoro

Dopo il confronto sulla vicenda dell'ex Ilva, è stata la volta del faccia-a-faccia tra la premier Meloni, accompagnata da alcuni ministri del suo governo, e i sindacati. L'occasione per presentare le misure che l'esecutivo intende mettere sul tavolo sul piano fiscale e salariale per puntare all'obiettivo della riduzione della disoccupazione e della difesa del potere d'acquisto dei lavoratori e delle famiglie.

In quest'ottica si deve leggere lil primo intervento presentato dalla Meloni: un bonus di 100 euro per i lavoratori dipendenti che sarà erogato a gennaio 2025. Destinatari saranno i lavoratori più svantaggiati, con un reddito annuale inferiore a 28mila euro, con un coniuge e almeno un figlio a carico oppure le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico.

Non mancheranno, poi, i consueti incentivi e sgravi fiscali per i datori di lavoro che si vedono tagliati gli oneri contributivi per le nuove assunzioni nei prossimi due anni.

Infine, la Meloni illustra le norme per "riqualificare i lavoratori di grandi imprese in crisi", soggetti attualmente disoccupati che si mettono in gioco e a disposizione per sostenere "la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord".

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Piercarlo Fabi
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