La Lega contro tutto e tutti. Se la strategia per guadagnare consenso è sempre quella di cercare un nemico, Matteo Salvini ha deciso additare pubblicamente più oppositori possibili - suoi personali, della Lega o del 'chiacchierato' generale Vannacci - per catalizzare più simpatie possibili in vista delle ormai imminenti Elezioni europee 2024. Una calcolata 'sindrome da accerchiamento' che il leader del Carroccio ha riproposto anche in un'intervista con il programma di Canale 5 Mattino Cinque.
Come Josè Mourinho nel 2009, anche Matteo Salvini evoca il "rumore dei nemici". E ci perdonerà, da milanista, il riferimento a un simbolo del tifo interista.
La strategia, del resto, è la medesima dello 'Special One': costruire una narrazione in cui si è vittima di poteri ostili, da affrontare con fierezza e orgoglio per ribellarsi allo status quo che quegli stessi poteri intendono imporre. Del resto, si sa, i ribelli piacciono a tutti, e proprio raggiungere più consensi possibile è il fine ultimo di questa strategia comunicativa.
Ecco, dunque, il leader della Lega passare in rassegna, durante un intervista a Mattino Cinque, tutto un pantheon di avversari da affrontare, dentro e fuori i confini nazionali. A cominciare proprio da quell'Europa che Salvini annuncia di voler cambiare radicalmente, se la Lega raggiungesse la maggioranza alle Europee che si svolgeranno i prossimi 8 e 9 giugno.
Il tema del dibattito diventa, poi, il so libro, "Controvento". Quando gli viene chiesto il motivo di questo titolo, il leader del Carroccio non esita un secondo e torna alla carica nei confronti della "stampa di sinistra" e di "chi comanda in Europa", colpevoli di non amare né lui né la Lega.
E, a proposito di antipatie, ne ha fatta guadagnare qualcuna alla Lega anche il generale Roberto Vannacci, candidato per le Europee e, infatti, anche lui non amato, spiega Salvini, dai "poteri forti".
Salvini lo difende a spada tratta sulle ormai famigerate frasi sui disabili sostenendo che il generale sia stato "volutamente frainteso" e che quanto accaduto non lo intimorisce.
Infine, il vicepremier smentisce i malumori all'interno del Carroccio - apparsi, però, piuttosto evidenti a giudicare dalle uscite di alcuni big del partito - scatenati dalla candidatura del generale.
Ci auguriamo per lui che sia così, altrimenti il prossimo nemico Salvini potrebbe ritrovarselo direttamente dentro casa.