Pierfrancesco Favino ci riprova: dopo 3 David di Donatello vinti in passato, oggi 3 maggio tocca al suo più recente film "Il Comandante", pellicola sulla vita e sulle azioni militari del comandante di sommergibili Francesco Todaro.
Sul red carpet Favino sottolinea l'importanza della cultura e di un suo adeguato sostentamento, prendendo in prestito le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai candidati ai vari David. Una cultura che ha bisogno dei giovani e della loro voglia di osare.
La poliedricità di Favino è diventata un meme ed oggetto, sui social, di battute che ne prendono in giro l'esser presente in film diversissimi fra loro: commedie, drammi, film d'azione e pensosi. Un campionario che l'anno scorso si è arricchito con "Il Comandante", che parla della vita di cameratismo e di pericolo che nei sommergibili della Regia marina si respirava durante il Secondo conflitto mondiale.
Ciò non ha rappresentato un ostacolo per Favino, che anzi ha apprezzato quest'occasione per mettersi nei panni di un personaggio molto diverso dal solito:
Le parole del presidente Mattarella sono un un indice, per Favino, di quanto ad un certo punto nel mondo del cinema il fallimento (anche) al botteghino non sia sempre un'onta indelebile. E' nella natura stessa del cinema trovare la capacità e la bravura di indossare maschere diverse e di rinnovarsi, di osare per toccare le coscienze giuste:
L'importanza della cultura quindi è un tassello fondamentale per una società democratica e ricca di spessore, che si alimenta dello scambio di idee e di opinioni diverse fra loro. Parlando con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Favino ha potuto trovare consonanza al suo pensiero che spesso in passato è stato anche travisato a suo giudizio (si ricordi la polemica riguardo i ruoli di italiani interpretati da Adam Driver).
A breve nelle sale uscirà un altro film che vede Favino in un ruolo centrale, un nuovo adattamento de "Il Conte di Montecristo".