Mentre non si placano le voci di un possibile invio delle truppe Nato in Ucraina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani - che oggi ha nuovamente smentito l’ipotesi dell’invio di militari italiani a combattere per Kiev – evidenzia come anche il nostro paese sia finito in passato nel mirino degli hacker russi aggiungendo che non esclude la possibilità in futuro di subire nuovi attacchi. Preoccupazione è stata espressa, invece, per gli ultimi sviluppi nel conflitto in Medio Oriente da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Al momento il Governo italiano non sarebbe preoccupato per eventuali attacchi, o, attentati sul territorio nazionale, ma a preoccuparlo sarebbero le minacce di possibili attacchi cybernetici ai danni delle nostre strutture informatiche. Un’eventualità tutt’altro che remota dal momento che, già in passato, il nostro paese è stato oggetto di simili attacchi.
Ha chiarito il vicepremier che, poi, ha anche rivelato che il nostro paese sarebbe finito nel mirino degli hacker anche in occasione della visita in Italia del presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky.
Questa mattina, invece, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al quotidiano il Messaggero ha dichiarato che "l’Europa non può accettare che Putin arrivi fino a Kiev".
Ha detto il ministro della Difesa che poi si è detto molto preoccupato del raid israeliano a Rafah rispondendo alle domande di giornalisti a margine della riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente (Gsm) dell’Assemblea parlamentare Nato.
L’attacco israeliano a Rafah mi preoccupa moltissimo. Da mesi stiamo cercando di trovare una via per la de-escalation e la tregua. Sicuramente l’attacco non migliorerà la situazione nell’area. Noi stiamo cercando di spiegare il nostro punto di vista ma Israele è un Paese sovrano.
In merito alle esercitazioni sulle armi nucleari ordinate questa mattina dal presidente russo, Vladimir Putin, coinvolgano la marina e le truppe con base vicino all'Ucraina, il ministro Crosetto ha chiarito che si tratta di esercitazioni che la Russia aveva già effettuato in passato e che di conseguenza non destano particolari preoccupazioni.