"Uno scambio franco, leale e sincero". È quello richiesto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio nel suo discorso al 36° congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati (Anm) che si svolge a Palermo. E, a giudicare dall'applauso caloroso che lo accoglie, sembra proprio il tipo di confronto trovato dal Guardasigilli, nonostante le posizioni del governo e della magistratura siano ancora lontane sulla riforma della giustizia.
Chi si aspettava un faccia-a-faccia duro e dai toni aspri è rimasto deluso.
Il confronto tra il ministro della Giustizia Nordio e i magistrati dell'Anm è stato all'insegna della più assoluta civiltà, come dovrebbe essere ogni scambio di idee. Queste ultime, è bene chiarirlo, restano comunque molto lontane.
Nordio, infatti, non annuncia nessuna marcia indietro sulla riforma della Giustizia, considerata uno degli snodi irrinunciabili dell'esecutivo che l'aveva inserita già nel programma elettorale. Mantenendo saldo, però, il principio di indipendenza dei magistrati.
Un "principio non negoziabile" che, però, rischia di entrare in contraddizione con il pilastro della riforma rappresentato dalla separazione delle carriere, che Nordio rivendica ancora una volta - come già fatto più volte in passato - nonostante lo stesso presidente dell'Associazione, Giuseppe Santalucia, metta in evidenza i rischi di "indebolimento della giurisdizione" che tale impostazione porta con sé:
Del resto, che l'Anm abbia da sempre contestato apertamente l'impianto della riforma è cosa nota anche allo stesso Guardasigilli.
Nordio, però, dichiara di essere favorevole anche al dissenso, che rappresenta il punto di partenza di un confronto sui temi che sia costruttivo. Il ministro spiega, infatti, che non esiste un testo della riforma già scritto e stabilito in maniera irrevocabile e ribadisce che "tutte le critiche sono benvenute" e "saranno ascoltate a accolte".
Apparentemente, dunque, il ministro della Giustizia tende una mano verso i magistrati, affinché si arrivi a una collaborazione piena sulla riforma. Quanto questo invito sia concreto e aperto alle idee e alle posizioni delle toghe e quanto queste ultime siano disposte, eventualmente, ad accettarlo, resta da vedere.