È un Giuseppe Conte da battaglia quello che prende la parola dal palco del 36° congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) di Palermo. Di fronte ai magistrati, il leader del Movimento 5 Stelle attacca duramente la deriva autoritaria che sarebbe la naturale conseguenza delle riforme annunciate dal governo Meloni e la paragona la Piano di rinascita democratica concepito dalla Loggia P2 di Licio Gelli.
La platea è la migliore possibile, probabilmente, viste le critiche mai nascoste dell'Anm alla riforma della Giustizia. E forse anche questo permette a Conte di attaccare senza mezze misure quello che descrive come un disegno ben preciso e pericoloso, messo in piedi dal governo presieduto da Giorgia Meloni, di cui tale riforma fa parte, insieme alle a quelle sull'autonomia differenziata e sul premierato.
Un "pactum sceleris", come lo definisce lo stesso presidente dei Cinquestelle, che si realizza in virtù del "compromesso di potere" tutto interno alla maggioranza, le cui ricadute potrebbero essere disastrose per il Paese che, sostiene Conte, si trova ora a di fronte a un "bivio storico".
Conte parla di "avventurismo irresponsabile" nel descrivere il risultato di simili manovre, con un tale rafforzamento del potere politico "mai sperimentato in nessun'altra parte del mondo".
Una pericolosità tale da spingere il leader pentastellato a un paragone 'pesante' e inequivocabile, chiamando in causa il famigerato Piano di rinascita democratica riferito alla P2 di Licio Gelli, loggia massonica eversiva scoperta all'inizio degli anni Ottanta, di cui facevano parte alcuni dei nomi più importanti e influenti della politica e della società italiane dell'epoca.
Nonostante le accus di "avventurismo" e di "spregiudicatezza" che Conte pronuncia da Palermo, il cammino delle riforme dell'esecutivo sembra procedere spedito.
Maria Elisabetta Alberti Casellati si augura, infatti, che il disegno di legge che porta il suo nome ottenga il suo primo 'Sì' in aula prima del 9 giugno, data delle Elezioni europee.
Ospite del caffè della Domenica di Maria Latella su Radio 24, la ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa racconta i "cinque mesi e mezzo" di lavoro per riformare i quattro articoli della Costituzione (ora arrivati a sette).
La Casellati si dice convinta, inoltre, che la stabilità politica portata dalla riforma avrà anche un impatto economico fondamentale per le casse dello Stato.
Un confronto tra le due posizioni - di Conte e della Casellati - sembra dunque dare ragione alla seconda quando, in chiusura dell'intervista, sostiene di vedere "quasi ridotte a zero" le possibilità di un accordo con le opposizioni sulla riforma.