Un terremoto improvviso che ha scosso dalle fondamenta quello che sembrava un punto fermo del centrodestra. Questo rappresentano l'inchiesta di Genova e il conseguente arresto ai domiciliari del presidente della regione Liguria Toti, su cui si esprime oggi Matteo Salvini. Il leader della Lega professa garantismo, almeno finché la vicenda non ostacola i cantieri aperti dal suo ministero delle Infrastrutture in Liguria...
Non si aspettavano, nel centrodestra, la crisi scaturita dall'inchiesta che ha colpito la regione Liguria. Una crisi i cui contorni sembrano aggravarsi di giorno in giorno, con un nuovo ramo dell'indagine incentrato sul Covid-19, con presunti dati 'gonfiati' per ricevere maggiori forniture sanitarie durante la pandemia - in particolare le introvabili mascherine.
Di fronte alle opposizioni che invocano le dimissioni di Giovanni Toti il quale, per stessa ammissione dei suoi legali, ci starebbe pensando, i partiti di maggioranza si interrogano su quale possa essere il futuro della regione e della stessa alleanza.
In questo senso, fanno riflettere le dichiarazioni di Matteo Salvini. Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento proprio in questo senso, il ministro delle Infrastrutture e vicepremier si è espresso inizialmente in termini di assoluto garantismo.
Tuttavia, la posizione del ministro delle Infrastrutture sembra cambiare quando approfondisce il suo pensiero.
Salvini, sollecitato sulla questione morale cui Toti dovrebbe rispondere, dichiara che, in un "Paese libero" come il nostro, non basta quella per andare in galera. Ma chiede che la giustizia "faccia in fretta a decidere".
Parole che assumono un significato piuttosto chiaro quando il ministro cita i cantieri aperti a Genova e in Liguria, augurandosi che l'inchiesta non li blocchi. Una prospettiva di fronte alla quale Salvini sembrerebbe disposto ad accettare senza troppi problemi anche le dimissioni del governatore.