Un'enorme colonna di fumo nero si alza dalle strade di Numea, capitale della Nuova Caledonia, nella giornata di oggi 14 maggio 2024, durante le proteste contro una riforma costituzionale sul diritto di voto. L'emendamento darebbe la possibilità di votare a chi risiede nel territorio da almeno dieci anni.
In virtù dell'Accordo di Numea del 1998 firmato anche dalla Francia le liste elettorali della Nuova Caledonia non sono state aggiornate per 25 anni. La riforma sebbene allarghi l'elettorato potrebbe portare ad una ulteriore marginalizzazione della minoranza canachi, abitanti autoctoni melanesiani e polinesiani che risiedono nello Stato oceanico.
Degenerano in scontri e saccheggi le proteste indipendentiste scoppiate in Nuova Caledonia da qualche settimana. Per giorni le piazze sono state colorate dalle bandiere del territorio francese di Oltremare contro la riforma costituzionale che consentirebbe ai cittadini che risiedono da almeno dieci anni sull'isola di votare alle elezioni locali.
Una riforma che da un lato mira ad aumentare la platea elettorale ma dall'altro danneggia i locali e le ambizioni indipendentiste da Parigi. Già nel 2018 c'è stato un tentativo dello Stato oceanico di diventare indipendente rispetto alla Francia con un referendum ma in quel caso vinse il 'No' che registrò il 53% dei voti. Stesso risultato registratosi nel 2021 quando il quesito è stato riproposto.
La situazione è degenerata negli ultimi giorni quando si sono verificati scontri con le forze dell'ordine e saccheggi all'interno di negozi e supermercati. A fronte delle continue violenze perpetrate da piccoli gruppi di manifestanti, il governo locale ha imposto il coprifuoco e vietato le riunioni pubbliche nella capitale Numea.
?? In the French overseas territory of New Caledonia, clashes occurred between police and demonstrators. pic.twitter.com/QRSkevKlOk
— S p r i n t e r F a c t o r y (@Sprinterfactory) May 14, 2024
Secondo quanto emerge dalle fonti locali, molti danni sono stati causati alle concessionarie di automobili e negozi. Alcuni manifestanti hanno distrutto i sistemi di videosorveglianza a Numea e numerosi agenti di polizia sono rimasti feriti. La decisione di imporre delle restrizioni arrivano dal governo e l'Alto Commissario francese Louis Le Franc che ha lanciato anche un appello alla calma e alla ragione invitando i cittadini ad essere ragionevoli.
Già ieri è stata vietato per due giorni il porto e la vendita di armi e di alcolici. La maggior parte dei voli sono stati cancellati e le scuole e le università saranno chiuse fino a nuovo avviso.
Parigi ha promesso con l’Accordo di Numea del 1998 un potere politico maggiore nel tempo al territorio insulare del Pacifico che conta quasi 300mila abitanti. In base all’accordo, la Nuova Caledonia ha indetto tre referendum sui suoi legami con la Francia nella sua storia senza però riuscire mai a diventare un Paese indipendente.
#BREAKING: DOZENS OF FLIGHTS & SCHOOLS CANCELED IN NEW CALEDONIA AMID UNREST
— Genius Bot X (@GeniusBotX) May 14, 2024
Dozens of flights to and from New Caledonia (France) canceled after a night of unrest.
Clashes between police and protesters erupted over a proposed constitutional amendment by mainland France.… pic.twitter.com/qQcgbxbsOG
L'Accordo di Numea ha anche fatto sì che le liste elettorali della Nuova Caledonia non siano aggiornate dal 1998 ma il governo francese ha definito assurda l’esclusione di una persona su cinque dal voto. I timori arrivano dai separatisti che temono che l'emendamento possa rafforzare il fronte filofrancese rallentando futuri processi di indipendenza.
Paura anche da parte dell'Eliseo. In caso di perdita del territorio la Francia rischia di vedere ridotta la sua sfera di influenza nell'Oceano Pacifico a favore di Cina e Stati Uniti.