Momenti di tensione oggi all'università La Sapienza di Roma, a seguito dell'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla premiazione dei neolaureati, al Palazzo del Rettorato, in cui ha ribadito la sua richiesta di un immediato cessate il fuoco nel conflitto in Medio Oriente all'ONU e ad Israele.
Appena l'82enne ha lasciato l'ateneo, scortato dalle forze dell'ordine, gli studenti hanno dato il via, intorno alle 18, ad un corteo non autorizzato pro-Gaza, sfociato in uno scontro tra la Polizia e i presenti. I ragazzi, circa una decina, hanno occupato da giorni con tende il pratone dell'istituto e affisso striscioni con gli slogan "Pro Palestina" e "Stop Genocide".
Poco prima dell'inizio del meeting, presidiato da digos, agenti e sicurezza del Quirinale e totalmente blindato, gli studenti hanno urlato all'unisono "Mattarella scendi", "Ascoltaci" e "Scegli da che parte stare".
Il primo scontro corpo a corpo è accaduto all'interno dei viali della facoltà. Nel video gli studenti pro-Palestina cercano di allontanare pacificamente i poliziotti, che a differenza dei giovani, sono dotati di manganelli, scudi e casco antisommossa.
Dopo un iniziale avvertimento da parte delle forze dell'ordine, nella testimonianza raccolta da Lorenzo Brancati di Tag24, è possibile vedere i militari in azione sulla folla.
Prima della violenta baruffa, gli studenti del movimento pro-Palestina, "armati" di pistole ad acqua e aeroplanini di carta, hanno presentato una lettera destinata al Capo dello Stato, in cui lo invitavano a prendere posizione sulla guerra Israelo-Palestinese:
Il Presidente, ha risposto alla lettera degli studenti, evidenziando che l'unica via per la libertà, la pace e i diritti umani si basa sul dialogo, il confronto e la libera circolazione del loro valore: la nostra Repubblica deve contrastare sempre ogni forza di violenze, soprusi e odio.
Infine, Mattarella ha menzionato l'attentato avvenuto nella giornata di ieri in Slovacchia, nell'Europa centro-orientale, nei confronti del premier slovacco Robert Fico.