Dopo la visita pastorale a Venezia dello scorso 28 aprile, Bergoglio avrà quattro grandi appuntamenti nel corso della giornata anche a Verona.
Prima l'incontro con sacerdoti e consacrati presso la Basilica di San Zeno. Poi presiederà all'evento "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno". Quindi proseguirà la sua visita pastorale pranzando al penitenziario di Montorio Veronese.
La Messa conclusiva si terrà nel pomeriggio allo Stadio Bentegodi.
17:58
Alle 17:42 il Papa in elicottero è partito da Verona in direzione Vaticano.
17:28
Durante la messa al Marc'Antonio Bentegodi, il Papa ha detto:
"Gli apostoli che avevano tanta paura, quando hanno ricevuto lo Spirito Santo, sono andati avanti con coraggio a predicare il Vangelo. Lo Spirito Santo ci dà coraggio per vivere cristianamente", ha aggiunto il Papa. "Tante volte troviamo cristiani che sono come l''acqua tiepida', né caldi né freddi, manca coraggio. 'Padre dove si può fare un corso per avere coraggio?', 'Prega lo Spirito, affidati allo Spirito, lo Spirito ci dà il coraggio per vivere cristianamente'. Avete capito questo? Tutti insieme: lo Spirito ci dà coraggio".
15:30
Papa Francesco è arrivato allo Stadio Bentegodi di Verona per la messa della Vigilia di Pentecoste.
Questo è il suo ultimo appuntamento della visita pastorale nella città scaligera.
13:45
Dopo il pranzo alla Casa Circondariale di Montorio, Papa Francesco si è diretto verso il Vescovado di Verona.
L'obiettivo è una breve visita all'anziana madre di monsignor Domenico Pompilli.
Intanto cresce l'attesa per il Santo Padre allo stadio Bentegodi, dove lo attendono circa 30mila persone. L'ingresso è consentito fino alle ore 14.
13:00
"Grazie per questo incontro. Vi dico la verità mi fa bene. Voi mi state facendo bene, grazie".
Papa Francesco si rivolge ai circa 500 detenute e detenuti della Casa Circondariale di Montorio, Verona.
"Continuiamo a camminare insieme, perché l’amore ci unisce al di là di ogni tipo di distanza. Vi ricordo nella mia preghiera e, vi chiedo, per favore, di pregare per me, a favore non contro. E ricordate nell’arte di salire quello che è importante non è cadere ma non rimanere caduto (un detto popolare argentino, ndr)".
https://twitter.com/antoniospadaro/status/1791796254013370684
12:30
"Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria".
Papa Francesco incontra i detenuti nella Casa Circondariale di Montorio, Verona, con i quali poi si fermerà a pranzo.
Il Pontefice sottolinea come tenesse molto a questo incontro.
"Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Sì, è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto. E in questa umanità, qui, in tutti voi, in tutti noi, è presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono"
afferma, prima di aggiungere a braccio: "Non dimenticate: Dio perdona tutto e perdona sempre".
Quindi Bergoglio affronta il doloroso tema dei suicidi in carcere.
"Con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. È un atto triste, questo, a cui solo una disperazione e un dolore insostenibili possono portare".
Il Santo Padre invita a non "cedere allo sconforto".
"Perciò, mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto. La vita è sempre degna di essere vissuta, e c’è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi. La nostra esistenza, quella di ciascuno di noi, è importante. Noi non siamo materiale di scarto. E' un dono unico per noi e per gli altri, per tutti, e soprattutto per Dio, che mai ci abbandona, e che anzi sa ascoltare, gioire e piangere con noi. E perdona sempre".
12:15
Papa Francesco è arrivato in auto alla Casa Circondariale di Montorio, frazione di Verona. Ad accoglierlo il direttore Francesca
Gioieni e il direttore della Polizia penitenziaria Mario Piramide.
Nella Casa Circondariale, Papa Francesco saluta gli agenti di Polizia penitenziaria, i detenuti e le detenute e i volontari.
Previsto alle ore 13 il pranzo proprio con i detenuti.
11:45
"Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace. Le testimonianze di queste coraggiose costruttrici di ponti fra israeliani e palestinesi ce lo confermano".
Il Pontefice chiude l'evento all'Arena di Verona, "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno".
"Sono sempre più convinto che il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi e anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento"
rimarca.
"Voi, però, tessitrici e tessitori di dialogo in Terra Santa, chiedete ai leader mondiali di ascoltare la vostra voce, di coinvolgervi nei processi negoziali, perché gli accordi nascano dalla realtà e non da ideologie: le ideologie non hanno piedi per camminare, non hanno mani per curare le ferite, non hanno occhi per vedere le sofferenze dell’altro. La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti".
Il Papa ora si recherà presso il penitenziario di Montorio.
11:40
Sul palco Luciano Ligabue con il brano Sono sempre i sogni a far forma al mondo.
Nel corso dell'evento con il Papa sono inoltre intervenuti Don Ciotti, fondatore di Libera; e il filosofo Edgar Morin, in collegamento con l'ospedale.
Don Ciotti ha invitato a
disertare le discussioni che vedono la guerra come un male necessario, esprimere il dissenso chiaro verso chi avvalla la logica della violenza per interesse e profitto.
11:30
Grande commozione durante l'incontro all'Arena di Verona. Sul palco intervengono l'israeliano Maoz Inon e il palestinese Aziz Sarah, parenti delle vittime del conflitto in Medio Oriente.
Si sono abbracciati e hanno poi abbracciato Papa Francesco, mentre tutti i presenti nell'Arena si sono alzati in piedi per un caloroso applauso.
"Davanti alla sofferenza di questi due fratelli che è la sofferenza di due popoli non si può dire nulla. Loro hanno avuto il coraggio di abbracciarsi e questo non solo è coraggio e testimonianza di volere la pace ma anche è un progetto di futuro, abbracciarsi"
sono le parole del Pontefice.
"A che serve la guerra? Per favore facciamo un piccolo spazio di silenzio, perché non si può parlare troppo di questo, ma sentire, e guardando l'abbraccio di questi due dentro di sé si preghi si e prenda una decisione interiore per fare qualcosa per far finire queste guerre. Pensiamo ai bambini in questa guerra in tante guerre, quale futuro avranno? Mi vengono in mente i bambini ucraini che vengono a Roma: non sanno sorridere, i bambini nella guerra perdono il sorriso. Pensiamo ai vecchi che hanno lavorato tutta la vita per portare avanti questi due paesi e penso alla loro sconfitta. Una sconfitta storica, una sconfitta di tutti noi. Preghiamo per la pace e diciamo a questi due fratelli che portino questo desiderio nostro di lavorare per la pace al loro popolo. Grazie".
10:20
Papa Francesco parla dei più piccoli e dei più deboli.
Occorre "sempre vicini ai piccoli perché la loro voce si faccia sentire", "incontrare i piccoli e condividere il loro dolore. E prendere posizione al loro fianco contro le violenze di cui sono vittime, uscendo da questa cultura dell’indifferenza che giustifica tanto"
sono le sue parole.
"È il Vangelo che ci dice di metterci dalla parte dei piccoli, dei deboli, dei dimenticati. Per porre fine a ogni forma di guerra e di violenza bisogna stare a fianco dei piccoli, rispettare la loro dignità, ascoltarli e fare in modo che la loro voce possa farsi sentire senza essere filtrata".
Il Pontefice risponde anche a una domanda sul tema "La pace va organizzata" che gli viene rivolta dall'afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul.
"Se l'idea che abbiamo del leader è quella di un solitario, al di sopra di tutti gli altri, chiamato a decidere e agire per conto loro e in loro favore, allora stiamo facendo nostra una visione impoverita e impoverente, che finisce per prosciugare le energie creative di chi è leader e per rendere sterile l'insieme della comunità e della società".
E poi a braccio aggiunge:
"Gli psichiatri dicono che una delle aggressioni più sottili e l’idealizzazione. È un modo di aggredire. Allora l'autorità di cui abbiamo bisogno è quella che innanzi tutto è in grado di riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti, e quindi di capire a chi rivolgersi per avere aiuto e collaborazione. L'autorità è sostanzialmente collaborativa. L'autorità per costruire processi solidi di pace sa infatti valorizzare quanto c'è di buono in ognuno, sa fidarsi, e così permette alle persone di sentirsi a loro volta capaci di dare un contributo significativo".
Francesco inoltre parla dell'individualismo, che rischia di far sparire "la comunità".
"La cultura fortemente marcata dall'individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità. Dove c'è individualismo forte sparisce la comunità. E se pensiamo in termini politiche e demografiche è forse la radice delle dittature".
Dove c'è individualismo
"spariscono la dimensione della comunità, spariscono i legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l’autorità. Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un'istituzione politica, oppure in un'impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l'autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno"
conclude.
09:48
Dopo l'incontro alla Basilica di San Zeno, il Papa arriva presso l'Arena di Verona, per l'incontro Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno.
Il Pontefice dovrà rispondere a 5 domande poste da alcuni rappresentanti dei diversi Tavoli di lavoro. Ad applaudirlo sono in 10mila, mentre ad accoglierlo è il presentatore Amadeus.
"Abbiamo pensato oggi a quanti bambini e bambine sono costretti a lavorare oggi? Lavoro di schiavo? Quel bambino che forse mai ha avuto un giocattolo", "va nelle discariche", "ci sono tanti bambini così che non sanno guocare perché la vita li ha costretto a vivere così. I piccoli soffrono ed è colpa nostra. Siamo tutti responsabili".
Così Papa Francesco a braccio.
"Il Premio Nobel che possiamo dare a tanti di noi: il Premio Nobel del Ponzio Pilato perché siamo in maestri nel lavarci le mani".
09:10
La visita pastorale del Papa a Verona è un grande messaggio di pace. Sarà una giornata significativa non solo per Verona, ma per tutta Italia e per il mondo intero. Viviamo in un periodo difficile, serve l'impegno di tutti. Penso che la diplomazia debba prevalere su qualsiasi atto di violenza o di guerra".
Queste le parole del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che oggi ha accolto Papa Francesco a Verona.
https://twitter.com/Fontana3Lorenzo/status/1791726914979115197
08:58
Papa Francesco si ferma sul sagrato della Basilica di San Zeno, per dialogare con i circa 7.000 bambini e ragazzi presenti.
Alcuni di loro gli pongono delle domande e anche il Papa ne rivolge a loro.
"Ora vi faccio l'ultima domanda, così finisce la tortura" scherza. E i ragazzi in coro rispondono gridando: "E' una tortura bella!"
"Dobbiamo essere un segno di pace, condividere sempre, ascoltare gli altri, giocare con gli altri, ma non litigare con gli altri"
raccomanda Bergoglio.
Alla domanda "come noi bambini possiamo essere segno di pace nel mondo?", il Pontefice sottolinea:
"La domanda è come noi adesso come possiamo essere segno di pace nel mondo? Voi sapete che in questo momento il mondo è in guerra. Ci sono tante guerre, tante guerre, Ucraina, Terra Santa, nell'Africa, Myanmar, tante, tante guerre. E Gesù predica la guerra o la pace? E noi cosa vogliamo fare la guerra o la pace? Cioè che dobbiamo essere un segno di pace, no? Ma se tu litighi con il compagno o la compagna di scuola, sarai un segno di pace?"
Durante il dialogo con i ragazzi, il Papa li esorta a "non aver paura ad andare controcorrente" se si vuole "fare una cosa buona".
In cielo vengono liberate delle colombe bianche.
08:45
"Non perdere mai lo stupore della chiamata!"
Questa l'esortazione di Papa Francesco nella Basilica di San Zeno a Verona.
"Questo è il primo fondamento della nostra consacrazione e del nostro ministero: accogliere la chiamata ricevuta, accogliere il dono con cui Dio ci ha sorpresi. Se smarriamo questa coscienza e questa memoria, rischiamo di mettere al centro noi stessi invece che il Signore"
precisa.
"Rischiamo di agitarci attorno a progetti e attività che servono più alle nostre cause che a quella del Regno; rischiamo di vivere anche l’apostolato nella logica della promozione di noi stessi e della ricerca del consenso, anche cercando di fare carriera... e questo è bruttissimo. Invece che spendere la vita per il Vangelo e per un servizio gratuito alla Chiesa"
continua.
"È Lui che ha scelto noi: se ricordiamo questo, anche quando avvertiamo il peso della stanchezza e di qualche delusione, rimaniamo sereni e fiduciosi, certi che Lui non ci lascerà a mani vuote. Mai. Ci farà aspettare ma non ci lascerà a mani vuote"
conclude il Pontefice.
08:40
Nella Basilica di San Zeno, Papa Francesco evoca Shakespeare.
"Questo auguro a voi e alle vostre comunità: una 'santità capace', una fede viva che con carità audace semini il Regno di Dio in ogni situazione della vita quotidiana. E se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall'odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell'odio - oggi c'è tanto odio nel mondo - e della morte. Sognatela così, Verona, come la città dell'amore. Non solo nella letteratura ma anche nella vita. E che l'amore di Dio vi accompagni e vi benedica".
Poi, rivolgendosi ai sacerdoti, chiede di "perdonare tutti".
"A tutti, lo ripeto, a tutti dobbiamo portare la carezza della misericordia di Dio. Perdonate tutti. E quando la gente va a confessarsi, non andare lì a inquisire. E se non siete capaci in quel momento di capire, andate avanti, il Signore ha capito. Per favore non torturare i penitenti".
Il Pontefice poi racconta:
"Mi diceva un grande cardinale, che è stato penitenziere, abbastanza conservatore, non dico rigido ma conservatore, ma davanti alla penitenza io l'ho ascoltato dire: 'Quando una persona viene da me, e io sento che ha difficoltà a dire le cose, io dico: ho capito vai avanti. Io non ho capito ma Dio ha capito'".
Il sacramento della riconciliazione, aggiunge, "non sia una seduta di tortura".
"Perdonate tutto, tutto. E perdonare senza far soffrire, perdonare aprendo il cuore alla speranza. A voi sacerdoti chiedo questo: la Chiesa ha bisogno di perdono. E voi siete gli strumenti del perdonare. A tutti, a tutti dobbiamo portare la carezza della misericordia di Dio, specialmente a chi ha sete di speranza, a chi si trova costretto a vivere ai margini, ferito dalla vita o da qualche errore commesso, o dalle ingiustizie della società, che vanno sempre a scapito dei più fragili. Capito? Perdonare tutti"
conclude.
08:30
"Avete pazienza? Sono otto pagine..."
E' iniziato con una battuta l'incontro di Papa Francesco nella Basilica di San Zeno di Verona con sacerdoti e consacrati.
Il Pontefice è stato salutato calorosamente da un gruppo di monache di clausura.
"Ho voluto incominciare salutando queste donne. Avete visto come erano: nella clausura non si perde la gioia. C'è la gioia. Non fanno mai chiacchiericcio, sono brave"
sottolinea Bergoglio.
08:00
L’elicottero con a bordo il Papa è atterrato al Piazzale adiacente allo Stadio Bentegodi di Verona alle 7:55, leggermente in anticipo rispetto a quanto previsto.
Al suo arrivo è accolto dal vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili, dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dal Prefetto di Verona Demetrio Martino e dal Sindaco della città Damiano Tommasi.
E' quindi partito alla volta della Basilica di San Zeno dove, alle ore 8:30, è previsto l'incontro con sacerdoti e consacrati.
06:43
Papa Francesco è partito dall’eliporto del Vaticano alle ore 6:30 per recarsi a Verona, dove oggi 18 maggio 2024 è prevista la visita pastorale in città.
L'elicottero atterrerà, dopo circa un'ora e mezza, nel piazzale antistante lo Stadio Bentegodi della città scaligera.