Giuliano Razzoli annuncia ufficialmente il proprio addio allo sci alpino. A 39 anni compiuti il portacolori dell’Esercito ha deciso che è arrivato il momento di cambiare totalmente vita, di dedicarsi alla famiglia e ai suoi affari, con un occhio sempre attento a quella che è stata la sua vita e la sua passione per quasi quarant’anni: lo sci.
Lo sciatore ha deciso di mettere la parola fine alla sua carriera dopo 157 start in Coppa del mondo, cui vanno aggiunte le 3 partenze alle Olimpiadi e le 8 ai Mondiali: 168 volte ai cancelletti che contano, in totale. Avrebbe voluto salutare tutti i colleghi in pista, affrontando l’ultimo slalom sulla Podkoren di Kranjska Gora, ma il meteo ha remato contro e la gara fu cancellata. Non mancherà l’occasione per l’ultima passerella, dove salutare i compagni di squadra e gli avversari di una vita. Gli amici e i tantissimi tifosi che lo hanno accompagnato durante i 17 anni della sua carriera al vertice dello sci internazionale. Arriva ora il momento delle celebrazioni. Un primo appuntamento è già fissato: il prossimo 20 luglio, gli amici a Razzolo organizzeranno una grande festa di addio. Poi, il Razzo vorrebbe trovare l’occasione per salutare il mondo dello sci da una pista di gara.
Memorabile è stata la giornata vissuta sotto il cielo plumbeo di Whistler Mountain, il 27 febbraio del 2010, quando Razzoli conquistò la medaglia d'oro nell’ultima giornata delle Olimpiadi canadesi. Quell’oro che mancava all’Italia da 22 anni, quando a vincerlo fu il suo corregionale e mentore Alberto Tomba. Un oro che lanciò il Razzo tra i più grandi di sempre.
La stagione passata non è andata proprio come Giuliano Razzoli avrebbe voluto: la solita schiena lo ha afflitto rallentandone gli allenamenti e impedendogli di esprimere il suo potenziale ancora alto. Si è aggiunta anche una caduta durante un allenamento nello scorso gennaio, che l’ha costretto a saltare alcune delle gare classiche, da lui tanto amate. Gli era già successo, in passato, di dover combattere con una stagione senza gioie, ma aveva trovato la forza per risalire ancora fino al vertice, grazie a quel memorabile 5° posto a Campiglio nel 2018, quando partiva con il pettorale 69, un piazzamento che valeva oro. E da lì tornare addirittura a sfiorare una medaglia olimpica nell’edizione 2022 dei Giochi, quando si classificò ottavo, ma a soli 26 centesimi dal bronzo. Memorabili quelle lacrime nel post-gara cinese, di un campione che si rende conto che l’ultima, grande occasione, se n’è andata per un nulla.
Nella sua carriera ci sono stati undici podi, con due vittorie: a Zagabria, nel 2010, e a Lenzerheide, l’anno successivo. L’ultimo podio a Wengen, il 16 gennaio del 2022, quando se ne stava già andando dal parterre e fu richiamato di corsa per diventare lo slalomista più in su con l’età, capace di agguantare i primi 3. E quello rimane, al momento, anche l’ultimo podio di un italiano nella disciplina. Ma i successi sarebbero potuti essere molti di più se Giuliano non avesse dovuto costantemente combattere con infortuni e acciacchi. Sono un diesel – ha sempre detto di se stesso. Partiva ad ogni stagione un po’ a rilento, per arrivare nel pieno della forma nella parte centrale del calendario e riuscire così a levarsi molte, belle soddisfazioni.