L'opinione che alcuni animali, tra cui cani e gatti, possano percepire l'arrivo di un terremoto, è molto diffusa. Le cronache di questi giorni riportano alla memoria gli episodi sismici del passato, fenomeni a cui l'Italia, da Nord a Sud, è tristemente abituata.
Molte delle persone che si sono trovate nelle zone colpite dai movimenti tellurici hanno riferito di comportamenti anomali degli animali, avvalorando questa credenza. Ma cosa c'è di vero in questa ipotesi? Esistono studi scientifici che possono confermarla? Proviamo a fare chiarezza.
La capacità degli animali di percepire in anticipo il verificarsi di un terremoto non è scientificamente provata. Gli studi condotti su un elevato numero di persone coinvolte in episodi sismici hanno escluso infatti la possibilità di considerare pertinenti e fondate le testimonianze sui comportamenti anomali degli animali in prossimità delle scosse.
I dati raccolti indicano infatti che queste evidenze risultano "deboli" per poter affermare con certezza le capacità predittive degli animali, in quanto i comportamenti anomali non potevano essere strettamente correlati al verificarsi di una scossa.
La ricerca in questione, pubblicata dal Bulletin of the Seismological Society of America ed elaborata dal team di scienziati del GFZ German Research Center for Geoscience di Potsdam, ha preso in considerazione le testimonianze di 729 persone, coinvolte in 160 terremoti, tra cui quello dell'Aquila del 2009.
Dunque, la scienza non è riuscita a suffragare questa ipotesi, anche se il ricorrere di certe testimonianze ha portato comunque ad alcune considerazioni da parte dei ricercatori dello studio sul comportamento animale prima di un terremoto.
Un tema che torna in questi giorni di attualità dopo lo sciame sismisco registrato nella zona dei Campi Flegrei vicino Napoli.
Nonostante gli studi scientifici abbiano escluso le capacità predittive degli animali nei confronti degli eventi sismici, i ricercatori hanno comunque preso in considerazione il ripetersi di alcuni comportamenti anomali riportati dai partecipanti allo studio.
In tanti, infatti, riferiscono di aver sentito l'abbaiare concitato dei cani prima di un sisma, oppure uno stato anomalo di allerta nei gatti, in attesa che qualcosa si verifichi, come in ascolto di un rumore lontanissimo.
Lo stesso si dica per il volo insolito degli uccelli o per il muggire delle mucche, solitamente quiete. In alcune zone dell'Abruzzo, si è registrata la scomparsa dei rospi poco prima del sisma del 2009.
In California, a San Francisco, la percentuale di animali scomparsi aumentava nettamente in concomitanza dei terremoti. Lo stesso fenomeno è stato registrato da esponenti della protezione civile italiana in Emilia nel luglio del 2012.
Queste circostanze, riportate anche dai partecipanti allo studio tedesco, hanno indotto i ricercatori a ritenere che gli animali possano percepire delle variazioni della materia che le persone non riescono a cogliere, come vibrazioni della terra o cambiamenti dell’elettricità dell’aria.
"Gli animali potrebbero percepire le onde che possono precedere una scossa violenta e che non sono rilevabili dall’uomo - ha dichiarato Heiko Woith, a capo del team di ricercatori - oppure le variazioni in flussi d’acqua sotterranei o il rilascio di gas dal terreno".
Le reazioni a questi mutamenti andrebbero studiate in maniera approfondita, in modo da poterle codificare e utilizzare come eventuali segnali di allarme, utili a mettersi in salvo. Purtroppo, i terremoti non si possono prevedere e questo rende ardua l'osservazione sistematica del comportamento animale in presenza di fenomeni sismici.