Una calorosa standing ovation ha accolto il regista iraniano Mohammad Rasoulof al momento del suo arrivo al Festival di Cannes 2024. Il cineasta ha fatto il suo ingresso sul red carpet della kermesse dedicata al cinema internazionale portando con sé le foto degli attori del suo film, "Il seme del fico sacro", i quali non hanno potuto partecipare all'evento perché bloccati in Iran. Oggi, 24 maggio 2024, l'anteprima mondiale della pellicola.
Mohammad Rasoulof è arrivato al Festival di Cannes 2024, sfilando sulla Promenade de la Croisette in Costa Azzurra con le immagini degli attori del suo film, che al momento non possono lasciare l'Iran. Oggi in anteprima mondiale, proprio alla kermesse sarà presentato "Il seme del fico sacro", la pellicola di Rasoulof.
Le foto tra le mani del regista mostrano i volti di Missagh Zareh e Soheila Golestani, i due protagonisti principali del film, costretti a restare nel Paese. Con questo gesto l'artista cerca di portare l'attenzione del mondo sulle atrocità messe in atto contro la popolazione da parte del regime iraniano. Insieme a lui era presente anche Golshifteh Farahani, l'attrice iraniana naturalizzata francese.
Mohammad Rasoulof ha 52 anni ed è un regista, sceneggiatore e produttore iraniano. Esule dalla sua patria, l'artista è stato più volte condannato dalla corte dell'Iran e sottoposto alla censura. Nessuno dei suoi film è mai stato distribuito in Iran; è considerato un "pericolo" dal regime. Attualmente vive ad Amburgo.
È sposato con Rozita Hendijanian e ha una figlia di nome Baran. Nel 2019 ha lasciato definitivamente l'Iran, poiché i suoi film sono stati classificati come "propaganda contro il sistema governativo". E' inoltre una figura molto amata al Festival di Cannes.
Dal 2010, la libertà di espressione come regista e quella come individuo, sono state messe più volte a dura prova dal regime. Rasoulof, nel corso della sua carriera ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi per il suo lavoro ed è stato sostenuto dalla comunità internazionale. Ha vinto l'Orso d'Oro nella 70esima edizione del Festival di Berlino con la sua pellicola, "Sheytān vojud nadārad", (lett. "Il male non esiste") nel 2020 per il miglior Film.