Marco Tarquinio ha ribadito che la Nato va sciolta. E ha portato scompiglio nel Pd. Prima il responsabile Esteri del partito Peppe Provenzano e poi la segretaria Elly Schlein hanno chiarito: è un candidato indipendente, non è lui che detta la linea. Ma l'ex direttore di Avvenire ha tenuto il punto. Trovando qualche sostenitore anche in casa dem, come Gianni Cuperlo: "Voterò Tarquinio, il tema che ha posto è legittimo e sacrosanto". Nicola Zingaretti ha smorzato. Certo, Schlein si fa forte di un partito pluralista, ma le uscite dei candidati alle europee messi in lista come indipendenti rischiano di riaprire faglie. Qualche giorno fa Cecilia Strada ha detto che serve una patrimoniale. Poi Tarquinio, con l'uscita sulla Nato. Schlein è intervenuta per ribadire quanto aveva già chiarito Provenzano: "Non siamo i primi ad avere una tradizione importante di candidati indipendenti - ha detto la segretaria - Tarquinio è autorevole, ha espresso la sua opinione, ma la linea di politica estera del Pd la decide il Pd".
E cioè: "Noi siamo per un'autonomia strategica europea - aveva spiegato il responsabile Esteri del Pd - che si esprima all'interno delle alleanze internazionali e rafforzando le istituzioni multilaterali". Nonostante l'uno-due, Tarquinio non si è mosso di un millimetro: "Anche Macron nel 2019 sanciva che la Nato era cerebralmente morta - ha ribadito - Adesso, se lo dice Marco Tarquinio è uno scandalo. Io vedo che le alleanze funzionano se sono davvero difensive dell'umanità e della pace. Se moltiplicano la guerra diventano un problema per tutti e quindi è meglio scioglierle. Chi mi conosce sa che lo dico dagli anni Novanta che, sciolto il Patto di Varsavia, andava sciolta la Nato e andava costruito un nuovo patto paritario tra Unione europea e il suo sistema di difesa non solo militare e gli Stati Uniti d'America". Sulla Nato, Strada sta col Nazareno: "La linea del Pd non la detta Tarquinio". Meno netto Nicola Zingaretti: "Non sono le parole di Tarquinio a mettere in difficoltà, quanto quelle della presidente del Governo che prende a parolacce un altro presidente" (cioè il "sono la stronza" detto da Meloni al governatore della Campania Vincenzo De Luca). Oltre che da Cuperlo, un'apertura a Tarquinio è arrivata da Goffredo Bettini e da Vincenzo Scotto: "E' attaccato perché è un'increspatura in un pensiero unico conformista che è diventato legge - ha detto Scotto - e non un'occasione per aprire una discussione su cosa vogliamo fare nel nostro continente". Sarcastico il commento del presidente del M5s, Giuseppe Conte: "Gli organi ufficiali del partito sono intervenuti dicendo che" Tarquinio "deve stare buono e calmo. A proposito di partiti plurali… Noi, invece, siamo costruttori di pace, abbiamo una linea chiara".