01 Jun, 2024 - 12:21

2 giugno, Mattarella scrive ai Prefetti per la Festa della Repubblica: "Memoria è dovere civico"

2 giugno, Mattarella scrive ai Prefetti per la Festa della Repubblica: "Memoria è dovere civico"

Si avvicinano le tradizionali celebrazioni per il 2 giugno, Festa della Repubblica, e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto ai Prefetti affinché siano interpreti dei valori della Repubblica nelle varie iniziative promosse sul territorio nazionale. Il capo dello Stato ha sottolineato la necessità della memoria di quella pagina di democrazia come "dovere civico".

2 Giugno, Mattarella scrive ai Prefetti: "Siate perno di unità e di coesione sociale"

Fervono i preparativi all'Altare della Patria per la Festa della Repubblica che si celebrerà domani. Già annunciata un'importante presenza 'pop', con Claudio Baglioni che si intonerà l'Inno d'Italia ai Fori Imperiali.

Oggi, il massimo garante dell'unità e della democrazia repubblicana scaturita dal voto del 2 giugno del 1946, Sergio Mattarella, ha scritto un messaggio ai Prefetti italiani - da lui definiti "operatori della Costituzione" - affinché mantengano il loro compito di difendere l'interesse generale della nazione nei territori che sono chiamati a gestire.

All'inizio del suo messaggio, Mattarella richiama con forza l'importanza simbolica del 2 giugno, richiamando quella "pagina decisiva di democrazia" che arrivava a suggellare il successo della lotta per la Liberazione, al termine della tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Un esercizio di memoria che, per il Presidente della Repubblica, deve essere fondamentale sia per i cittadini sia, e soprattutto, per i rappresentanti delle istituzioni, da compiere per affrontare le sfide del presente che si pongono dinanzi alla nostra collettività, nella quale Mattarella inserisce anche l'Unione europea.

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"Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell'Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l'elezione del Parlamento Europeo, la sovranità".

"Superamento dei conflitti sociali per favorire la coesione nazionale"

L'unità e la coesione nati dal 2 giugno 1946 possono saldarsi solo se si parte dalle fondamenta della società civile, che il capo dello Stato sembra individuare nelle "fasce più deboli della popolazione".

Mattarella invoca la necessità di superare i conflitti sociali e chiede ai Prefetti che amministrano i territori di svolgere al meglio questo compito per garantire la sicurezza dei territori anche a garanzia, sostiene, "dell'esercizio del diritto di riunione e manifestazione".

Parole che risuonano, in un periodo in cui le manifestazioni e i cortei sono state oggetto di attacchi politici che si sono sommati alle violenze fisiche subite da chi vi partecipava.

Dalle fondamenta sociali a quelle anagrafiche, poi, con l'inquilino del Quirinale che rivolge un pensiero anche alle giovani generazioni, le basi per l'affermazione di un compiuto senso dello Stato.

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"Con la promozione, in particolare tra le giovani generazioni, della diffusione dei valori del rispetto della persona e del dialogo tra le distinte posizioni politiche, sociali, culturali, religiose, si affermano importanti testimonianze di devozione alla Repubblica e di senso dello Stato".

2 giugno, Mattarella ai Prefetti sulla sinergia tra centro e territori per rinsaldare l'unità nazionale

Infine, Mattarella sottolinea ancora la funzione dei Prefetti come preziosi elementi di collegamento "tra il centro e i territori". Un lavoro che, nelle parole del capo dello Stato, rinsalda "l'edificio democratico" secondo il "principio di autonomia nell'orizzonte della solidarietà".

Il Presidente della Repubblica conclude il suo intervento facendo i suoi auguri "di buon lavoro e di buona Festa" e che la Festa della Repubblica "rafforzi la consapevolezza e l'orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino".

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Piercarlo Fabi
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