Claudio Borghi, senatore della Lega, è entrato in tackle diretto sul Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni della festa del 2 giugno. L'esponente leghista ha invocato alle dimissioni del Capo dello Stato, di cui non ha gradito le dichiarazioni in merito alla sovranità europea. Sia dal centrodestra che dal centrosinistra, però, non sono mancate le critiche alle parole dure di Borghi.
A prendere le distanze dagli atteggiamenti poco consoni di Borghi, pur con un successo discutibile, è stato Matteo Salvini, leader della Lega che ha tentato di correggere il tiro del suo collega. Il ministro è apparso molto imbarazzato dopo l'attacco di Borghi, smentendo anche di aver ricevuto una telefonata dalla premier Meloni. Salvini poi ha speso belle parole per lo stesso Mattarella, che gode della stima e del rispetto dell'esponente leghista.
Dalla maggioranza ha preso posizione anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri che non ha certamente condiviso il linguaggio utilizzato da Borghi. L'esponente di Forza Italia ha espresso solidarietà nei confronti di Mattarella, mettendo in risalto anche l'identità fortemente europeista del proprio partito:
"Noi siamo europeisti, italiani ed europei. Avere una posizione antieuropeista è un danno all'Italia. Chiedere le dimissioni di Mattarella non ha senso, non ha detto nulla di strano. Negare l'Europa equivale a negare la nostra identità e la nostra storia".
Dalla fermezza di Tajani però si è passati anche alla critica più diretta e cinica di Nicola Fratoianni, esponente di Alleanza Verdi Sinistra. Dal suo punto di vista, certe dichiarazioni non sono altro che la prova schiacciante di un tentativo di indebolimento diretto nei confronti del Capo dello Stato. Un messaggio che prelude ad una vera e propria "stagione politica" preoccupante per Fratoianni:
"Siamo di fronte ad un attacco evidente nei confronti del Capo dello Stato, che rappresenta l'unità della nazione. Si vuole indebolire la qualità della democrazia in questo Paese. Salvini? Dovrebbe vergognarsi".
Una posizione simile a quella di Angelo Bonelli, altro esponente di Alleanza Verdi Sinistra che ha messo nel mirino la Lega non risparmiando né Salvini né tantomeno Borghi. Secondo Bonelli il tweet dell'esponente leghista è un vero e proprio attacco nei confronti di Mattarella, contraddistinto da un linguaggio eversivo condiviso da Salvini. Bonelli poi si è ricollegato anche alla riforma sul presidenzialismo, che avrebbe non pochi effetti collaterali.
"Esprimiamo solidarietà al Capo dello Stato, che è stato attaccato in maniera indecente nel giorno della Festa della Repubblica. Questo ci deve fare preoccupare anche sul presidenzialismo. Forse qualcuno ha in mente un uomo o una donna che metta da parte il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica. Questo è il vero pericolo che abbiamo di fronte".
Non è mancata la voce critica di Calenda, quasi disgustato dall'atteggiamento tenuto in primis da Borghi ma di rifletto anche da Salvini. Il leader di Azione però non ha voluto raccogliere a pieno la provocazione proveniente dal Carroccio, dando un consiglio alla Lega e ai suoi esponenti riguardo il Capo dello Stato:
"Non rispondo a Borghi, ci sono dei limiti sotto i quali non ci si deve abbassare. Nessuno sta cedendo la sovranità di nascosto. Non pretendo che Salvini e Borghi lo comprendano ma gli direi di lasciare stare il presidente della Repubblica".