Tra campagna elettorale e missione di governo. Giorgia Meloni si è recata oggi, 5 giugno 2024, in Albania per visitare a Shengjin la prima struttura che sarà dedicata all'accoglienza dei migranti in arrivo dall'Italia, in virtù dell'accordo siglato dai due Paesi.
La presidente del Consiglio ha approfittato della conferenza stampa congiunta con il presidente albanese Edi Rama a margine della visita per celebrare l'importanza del patto e replicare agli attacchi delle opposizioni.
Sorridente e distesa, così si presenta Giorgia Meloni di fronte ai giornalisti per commentare la fine dei lavori dell'hotspot al porto di Shengjien, prima struttura destinata all'accoglienza dei migranti. È evidente la soddisfazione della presidente del Consiglio di fronte a un nuovo tassello completato di quell'accordo sui migranti siglato il 6 novembre scorso con il presidente albanese Edi Rama.
Un accordo "di grande respiro europeo" di cui la premier continua a rimarcare l'importanza fondamentale, mentre ringrazia il popolo albanese e il suo presidente per la collaborazione e il "grande sforzo di amicizia".
Meloni perde decisamente il suo buonumore quando si parla delle cifre dell'accordo. Dopo che alcuni giorni fa è emerso il prezzo per il noleggio della nave che si occuperà del trasporto dei migranti, alla premier viene chiesto di fare il punto sui costi effettivi dell'accordo.
La spesa sarà di 670 milioni di euro per cinque anni, 134 milioni di euro l'anno. Nessun costo aggiuntivo, quindi, precisa seccamente la Meloni.
Il nervosismo diventa evidente quando le vengono riportate le critiche dell'opposizione circa le risorse che l'accordo sottrarrebbe all'emergenza in cui versa la sanità pubblica. Con un tono di voce sempre più alto e lo sguardo torvo, Meloni passa all'attacco:
La premier rafforza la propria risposta sostenendo che, secondo le stime, l'Italia risparmierà grazie all'accordo 136 milioni di euro rispetto alle risorse spese per l'accoglienza in Italia.
Esprime solidarietà, poi, al primo ministro albanese al suo fianco, per le accuse di mafia e corruzione ricevute dal Paese per la costruzione dei centri di accoglienza. Ma la Meloni precisa che gli attacchi sono rivolti, in realtà, al governo italiano e accusa certa informazione di provocare un danno all'Italia con queste campagne.
Al di là dei veleni, la Meloni conclude il suo intervento con la soddisfazione con cui l'aveva iniziato, sottolineando che i due hotspot albanesi - compreso quello in costruzione di Gjader - saranno in funzione dal 1 agosto 2024 e promettendo: "Vogliamo fare le cose perbene".