11 Jun, 2024 - 12:00

Sgravio fino a 520 euro per chi assume detenuti: come funziona e quando si applica

Sgravio fino a 520 euro per chi assume detenuti: come funziona e quando si applica

Per chi assume detenuti, lo Stato mette a disposizione uno sgravio fino a 520 euro. Il sistema di
agevolazioni per le imprese spetta in caso di stipula di contratti di lavoro, anche a part time.

L’obiettivo è quello di rieducare chi ha commesso dei reati e reinserirlo in società in modo che sia
un membro attivo e non sia più indotto a commettere errori.

Lo sgravio, naturalmente, spetta nel rispetto di alcune condizioni che andremo a vedere nel testo.

Ecco come funziona e quando si applica.

Sgravio fino a 520 euro per chi assume detenuti

Con lo scopo di sostenere la funzione rieducativa della pena, lo Stato ha previsto uno sgravio fino a
520 euro per chi assume detenuti
. Si tratta di vantaggi fiscali e contributivi a favore delle imprese
che assumono:

  • Detenuti o internati all'interno degli istituti penitenziari;
  • Detenuti o internati lavoranti all'esterno del carcere;
  • Detenuti o internati semiliberi.

Come spiegato dal Ministero della Giustizia le imprese che assumono detenuti possono ottenere un
credito d’imposta per ogni lavoratore assunto, nei limiti di 520 euro mensili.

Come funziona

L’importo più basso della misura, pari a 300 euro mensili, spetta per ogni lavoratore assunto, per le
imprese che assumono detenuti o internati semiliberi.

Invece, lo sgravio fino a 520 euro spetta per le imprese che assumono detenuti o internati all’interno
degli istituti penitenziari o lavoranti all’esterno.

Per quanto riguarda i lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo parziale, il credito d’imposta
spetta in misura proporzionale alle ore prestate.

Quando si applica

Il credito d’imposta spetta alle cooperative, le imprese pubbliche e anche quelle private. La misura
presenta diversi vantaggi come quello determinato dal fatto che il credito d’imposta maturato e
riconosciuto non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e​
dell’imposta regionale sulle attività produttive Irap. Inoltre, non assume rilievo ai fini del rapporto
di deducibilità degli interessi passivi, oltre che delle spese generali.

È molto importante sottolineare che, per poter fruire del credito d’imposta, le imprese devono
corrispondere ai lavoratori una retribuzione non inferiore a quella prevista dai contratti collettivi di
lavoro.

Quando si applica? Precisiamo subito che non ci sono limiti, se non quelli per i costi sostenuti per
l’assunzione.

La misura è riconosciuta per:

  • I 18 mesi successivi alla cessazione dello stato detentivo per i detenuti ed internati che
  • hanno beneficiato della semilibertà o del lavoro esterno;
  • I 24 mesi successivi alla cessazione dello stato detentivo nel caso di detenuti ed internati che non hanno beneficiato della semilibertà o del lavoro all’esterno.

Sono escluse le imprese che hanno stipulato convenzioni con gli enti locali aventi per oggetto
un’attività formativa.

Condizioni e tempistiche

Per accedere alla misura è necessario il rispetto di alcune condizioni. Le imprese devono:

  • Assumere detenuti o internati all'interno degli istituti penitenziari, lavoranti all'esterno del carcere, con contratto di lavoro subordinato per un periodo non inferiore a 30 giorni;
  • Corrispondere un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro;
  • Stipulare una convenzione con la Direzione dell'istituto penitenziario dove si trovano i lavoratori da assumere.

Le imprese che intendono fruire del credito d’imposta devono presentare la domanda alla direzione
dell’istituto entro il 31 ottobre di ogni anno.

Nella domanda, deve essere indicato l’ammontare complessivo del credito di cui intendono fruire
per l’anno successivo.

Entro il 15 novembre, i provveditorati regionali che ricevono l’istanza devono inviare le istanze al
Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Successivamente, entro il 15 dicembre, il
Dipartimento determina l’importo massimo spettante a ogni azienda. L’elenco con gli ammessi
viene, poi, trasmesso all’Agenzia delle entrate.

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Sara Bellanza
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