14 Jun, 2024 - 12:46

Hiv, rivoluzione per la cura, via al nuovo farmaco di lunga durata: come funzionerà

Hiv, rivoluzione per la cura, via al nuovo farmaco di lunga durata: come funzionerà

Hiv, in arrivo un farmaco che rivoluzionerà la terapia e potrebbe rappresentare una svolta per la cura e la diffusione del virus. Si tratta di preparati ad effetto prolungato che miglioreranno la vita dei pazienti garantendo un maggiore tasso di sopravvivenza.

Le novità saranno presentate durante il prossimo Congresso Icar che si svolgerà dal 19 al 21 giugno a Roma. Ecco come funzioneranno e da quando saranno disponibili.

Hiv, rivoluzione per la cura

Hiv, arriva un annuncio da parte della comunità scientifica che rappresenta una vera svolta per quanto riguarda la cura e l'approccio terapeutico del virus. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria perchè permetterà ai pazienti di migliorare le condizioni, la qualità e l'aspettativa di vita rendendole quasi allo stesso livello delle persone che non sono affette dalla malattia.

Tutto ciò contribuirà anche a diminuire i contagi in tutto il mondo, che comunque, grazie alle intense campagne di prevenzione e alle terapie anti retrovirali, sono già in notevole calo. Nei prossimi anni quindi, tutti potranno accedere ai nuovi trattamenti beneficiando del minore impatto sulla quotidianità.

Il nuovo farmaco a lunga durata

L'ultimo traguardo della ricerca per la cura e il trattamento dell'Hiv è rappresentato dallo studio sui farmaci cosiddetti "Long lasting". Preparati combinati in grado di rivoluzionare le terapie perchè hanno una maggiore durata nel tempo a partire dalla somministrazione e quindi incidono in maniera minimale sulla vita quotidiana dei pazienti.

Il rilascio prolungato offre infatti una protezione che dura diversi mesi, garantendo così alle persone affette dalla malattia un miglioramento delle condizioni, minori accessi in ospedale oltre che prolungare l'aspettativa di vita. Gli scienziati hanno già annunciato che si tratta di una vera e propria svolta nell'approccio terapeutico, una novità che sarà presentata in occasione del convegno Icar "Italian Conference on Aids and Antiviral Research", durante il quale si parlerà anche delle nuove malattie infettive sessualmente trasmissibili che potrebbero rappresentare una nuova minaccia.

Questi nuovi preparati saranno presto disponibili, a partire dal 2025. Lo studio è arrivato alla fase 3 e questo significa che una grande maggioranza di pazienti potrà usufruire dei benefici di questa nuova terapia. Tuttavia, in futuro verranno rilasciate nuove versioni perfezionate, per limitare al minimo il problema della resistenza ai farmaci.

Hiv, contagi in calo in tutto il mondo

In base alle ultime statistiche Oms, non solo in Italia ma in tutto il mondo l'incidenza dell'Hiv è in notevole calo. Questo si è verificato grazie alle campagne informative capillari in merito alla prevenzione, ma anche per l'efficacia delle terapie anti retrovirali. Attualmente infatti sono disponibili terapie mirate, che hanno praticamente reso il virus quasi innocuo o sullo stesso piano di una infezione cronica, rendendolo non rilevabile nel sangue.

Anche i contagi di conseguenza sono diminuiti perchè con le cure assunte regolarmente si azzera il rischio di infezione. Tuttavia, occorre sempre restare in guardia per proseguire con questo andamento, coinvolgendo non solo i pazienti e la comunità scientifica, ma tutta la popolazione perchè l'Aids continua comunque a restare una minaccia.

Le nuove malattie emergenti

Durante il prossimo congresso Icar si parlerà dell'Hiv e dei nuovi approcci terapeutici a lungo termine, ma anche del futuro delle malattie infettive e dei nuovi virus, non solo quelli sessualmente trasmissibili. Il focus sarà soprattutto sulle minacce rappresentate dalle Epatiti di tipo B, C e Delta, ma anche sulle infezioni emergenti nei paesi europei a causa del cambiamento climatico.

Come ad esempio il virus Zika, Dengue e West Nile. Con attenzione anche al Covid e alle sue varianti e trasformazioni recenti. Che anche se non è considerato più un pericolo grave visto la grade percentuale di popolazione immunizzata, resta un rischio soprattutto per i pazienti fragili e immunodepressi.

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Valentina Simonetti
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