Sebbene abbiamo superato l'emergenza sanitaria, il Covid-19 non è stato completamente eliminato: preoccupa la variante KP.3. Il virus si diffonde rapidamente grazie ai voli internazionali e aumenta l'incertezza riguardo al vaccino. È noto a tutti che il virus ha una grande capacità di mutare, con numerose varianti emerse negli ultimi anni. Insomma, non si può mai abbassare la guardia. Dopo la massiccia diffusione della variante KP.2 negli Stati Uniti, ora bisogna prestare attenzione alla nuova discendente, la KP.3, che da ottobre 2023 è diventata la variante Covid più comune negli USA. Lo confermano i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Serve quindi un nuovo vaccino per la variante KP.3?
Con l'inizio della pandemia di Covid-19, la campagna vaccinale è diventata un argomento molto controverso nel nostro Paese. Ci sono stati numerosi dibattiti riguardo alla natura, al dosaggio e soprattutto alla possibile obbligatorietà del vaccino contro il virus. I dibattiti politici e sanitari, spesso riportati nei talk show televisivi, si sono inevitabilmente trasferiti nella vita quotidiana della nostra società. Un tema così delicato e sensibile, che richiede una chiara presa di posizione, ha inevitabilmente diviso la popolazione tra chi privilegia la prevenzione e chi sostiene la libertà di scelta.
In generale, la maggior parte degli italiani ha ricevuto almeno tre dosi di vaccino contro il Covid-19. Ora, dopo circa tre anni dall'arrivo dei vaccini in Italia, una pratica che sembrava superata potrebbe tornare di attualità. Il virus continua a mutare e si teme che i vaccini sviluppati finora non siano più efficaci. Con la variante KP.3, quindi, è necessario un nuovo vaccino?
C’è un risvolto sorprendente: la Food and Drug Administration (FDA), l'ente che regola i prodotti alimentari e farmaceutici negli USA, ha deciso che il nuovo vaccino contro il Covid-19 dovrà puntare a contrastare la variante KP.2. Questo rappresenta un cambio di rotta, dato che solo una settimana prima la commissione di esperti aveva stabilito come obiettivo la produzione di una nuova formulazione contro la mutazione JN.1. Peter Marks, capo del dipartimento, ha delineato le priorità e dalle sue dichiarazioni emerge che le aziende farmaceutiche incaricate di produrre il nuovo vaccino saranno le ben note Pfizer e Moderna, che utilizzano la tecnologia mRNA. Non è chiaro se Novavax, che impiega una tecnologia tradizionale con tempi più lunghi, sarà in grado di contribuire alla nuova immunizzazione. Nel frattempo, il vaccino AstraZeneca è stato ritirato.