Il Ministero del Lavoro è intervenuto, con la pubblicazione di una serie di FAQ, per chiarire ogni dubbio sulla possibilità di percepire la Naspi mentre si lavora.
Nello specifico, le FAQ chiariscono quali sono le condizioni in presenza delle quali è possibile svolgere un’attività lavorativa e, al contempo, continuare a percepire la disoccupazione.
Nel testo, i chiarimenti.
L’indennità di disoccupazione Naspi è un sussidio riconosciuto dall’Inps a chi perde involontariamente il lavoro. L’obiettivo della prestazione è quello di dare un sostegno a chi si trova, momentaneamente, disoccupato non per sua volontà.
Una delle condizioni principali per la fruizione della Naspi è lo status di disoccupato. In virtù di ciò, solitamente, la prestazione è incompatibile con lo svolgimento di un lavoro. Nello stesso tempo, il percettore deve dimostrarsi alla ricerca di un nuovo lavoro. Nel far ciò, deve rilasciare la Dichiarazione di immediata disponibilità (Did) e sottoscrivere il Patto di Servizio.
Tornando al lavoro, la disciplina prevede alcune esclusioni: in alcuni casi, è possibile svolgere un’attività lavorativa mentre si percepisce la disoccupazione, ma nel rispetto di una certa soglia reddituale.
Come abbiamo appena spiegato, ci sono casi in cui è ammesso lo svolgimento di un altro lavoro mentre si percepisce la Naspi. Sull’argomento è intervenuto direttamente il Ministero del Lavoro, con la pubblicazione di alcune FAQ per sciogliere qualsiasi dubbio in merito.
Lo svolgimento di altri lavori è ammesso purché il reddito complessivo derivante dalle attività non superi gli 8.500 euro annui per lavoro dipendente o i 5.500 euro per lavoro autonomo.
I chiarimenti sono arrivati anche per le attività di tirocinio. Così come il lavoro, anche il tirocinio è ammesso contemporaneamente alla percezione della Naspi, soprattutto dal momento che non siamo di fronte ad un vero e proprio rapporto di lavoro.
Per concludere, il Ministero ha anche illustrato qual è il criterio di calcolo della durata della disoccupazione. Per essere considerato disoccupato di lungo periodo, è necessaria un’anzianità di disoccupazione di almeno 365 giorni più 1.
Lo stesso criterio si applica per i 6 mesi di disoccupazione, dove è richiesta un’anzianità di almeno 180 giorni più 1. Durante il calcolo, tutti i giorni di validità della Did sono inclusi, eccetto quelli di sospensione dovuti a rapporti di lavoro.
Dobbiamo fare un discorso a parte per quanto riguarda lo svolgimento di un lavoro part time e la possibilità di percepire la Naspi mentre si lavora. In questo caso, a cambiare è la modalità di calcolo della Naspi.
In linea generale, dal momento in cui si inizia un’attività lavorativa, è necessario informare tempestivamente l’Inps. Nel caso del part-time sia orizzontale che verticale, vengono prese in considerazione tutte le 52 settimane di contribuzione, a condizione che la retribuzione settimanale non sia inferiore ai minimali retributivi Inps. In quest’ultimo caso, invece, il calcolo delle settimane subisce delle modifiche.
Ci sono alcuni casi che comportano, inevitabilmente, la decadenza dalla Naspi. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11965, del 3 maggio 2024, ha chiarito che la Naspi si perde nel momento in cui il percettore raggiunge i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato.
L’indennità di disoccupazione, inoltre, si perde anche nel momento in cui il percettore inizia una nuova attività lavorativa e non ne fa comunicazione tempestivamente all’Inps e il reddito derivante da tale nuova attività lavorativa supera i limiti che consentirebbero il contestuale percepimento dell’indennità stessa.
Quindi, è possibile lavorare e percepire la Naspi, ma solo rispettando gli adempimenti con l’Inps e le soglie di reddito consentite.