A proposito dei social dove pare che tutto sia permesso, dalle denigrazioni alle offese, vale la pena rileggere un passo dell'articolo scritto da Antonio Caputo su Huffington Post, che ci dà lo spunto per una riflessione più ampia.
"A mio parere - scrive - proprio perché si tratta di piattaforma privata con accesso libero e gratuito e addirittura non certificato quanto alle identità, Facebook e Twitter hanno assoluto diritto di precluderne a chiunque l'accesso e chiudere gli account anche senza motivazioni".
Facile da dire difficile da farsi perché se siete bersaglio di diffamazioni sui social le piattaforme sono lente nell'oscurare gli account e ancora più difficile è l'identificazione degli autori dei post incriminati. Basterebbe chiedere un documento di identità a chi apre un profilo ma pare difficile mettere in pratica un'azione semplice semplice e che potrebbe essere decisiva per difendere il diritto di non tollerare gli intolleranti di cui ha scritto il filosofo Karl Popper, secondo il quale "la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza". E aggiunge: "Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l'attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi".
Popper ci invita a contrastare gli intolleranti con argomentazioni razionali prima di procedere all'azione che non può che essere l'applicazione delle leggi che esistono e, quando non ci sono come nel caso del mancato obbligo di aprire profili con un documento di identità, agire affinché queste norme vengano adottate.
Stefano Bisi