LXX Blood, al secolo Leonardo Palombo, classe 1997, è un rapper romano nato e cresciuto nella borgata del Trullo, un posto fondamentale per la sua ricerca musicale. Il suo nome d’arte prende infatti ispirazione proprio da lì (Lotto n. 20).
Si appassiona fin da bambino al mondo della musica e pubblica il primo album nel 2019 dal titolo Die con molte tracce prodotte in collaborazione col producer Naima Blood (Daniele Garofalo). Il sodalizio artistico continua con un secondo disco dal titolo Love Rehab, nel quale i due artisti romani mettono a fuoco un nuovo genere, che loro stessi definiscono Emodance.
Tag24 ha intervistato in esclusiva LXX Blood per parlare del suo ultimo singolo "Cristalli" e non solo.
Che rapporto hai con la musica, quando è iniziato e a che punto sei oggi nella tua evoluzione artistica?
Avendo iniziato a suonare il pianoforte a 4 anni penso che la musica mi abbia cresciuto e non riuscirei mai ad immaginarmi un futuro senza. L'evoluzione artistica è imprescindibile per un musicista, la ricerca dell'originalità credo sia fondamentale per creare qualcosa che rimanga e non essere solo il trend del momento in un mercato ormai saturo.
Sei nato nel quartiere del Trullo e hai conosciuto anche la realtà del Laurentino. Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto la periferia?
In periferia i ragazzi crescono prima, devi essere sempre pronto a fare la scelta giusta e purtroppo se non c'è una famiglia dietro che ti guida, gli errori potrebbero essere all'ordine del giorno. Non mi piace dipingerla come un posto squallido però, io penso che quando ci sia meno a livello materiali i legami affettivi diventino più siceri e forti. Questo senso di condivisione porta e crearti una vera e propria seconda famiglia che sento mi accompagnerà per tutta la vita.
Il 5 luglio è uscito il tuo nuovo singolo Cristalli: di cosa parla?
Cristalli non respiro, ho l'anima fuori di me, tu puoi toccarla. Droghe pesanti e testa leggera, il cielo sembra aprirsi o forse è solo un illusione e la pioggia continuerà incessante. Accedere a una dimensione dove i sensi si amplificano e la mente sembra liberarsi, ma la realtà e ben diversa e bisognerebbe avere un confronto diretto con lei perché basterà poco per rimanere bloccati in quel mondo.
I tuoi brani portano la firma del produttore Naima Blood. Come siete arrivati a collaborare?
Con Daniele sono ormai 6 anni che condividiamo lo stesso tetto, è stata la prima persona con cui ho registrato una traccia ed oltre ad essere il mio produttore ormai lo considero un fratello acquisito. Quello che augurerei a chiununque è di avere un rapporto di amicizia come il nostro, i soldi sono il motore del mondo ma possono distruggere qualsiasi tipo di legame. Sapere di poter contare su una persona che condivide il tuo stesso sogno e vive, senza quell egoismo che contraddistigue la maggior parte delle persone, dove davanti a una scelta pretendono che la fetta più grande spetti sempre a loro, penso sia un valore aggiunto da tenersi stretti.
Quanto è difficile oggi ritagliarsi un proprio spazio nel panorama musicale e come si puo’ riuscire a farsi conoscere? Hai mai partecipato alle selezioni di un talent musicale o lo faresti mai?
Prima il sogno di ogni bambino era diventare un calciatore, ora tutti vogliono essere dei rapper. La quantità però non è sinonimo di qualità e quest ambizione ha portato veramente chiunque a pubblicare musica. Il metodo più facile sicuramente è tenere la lingua incollata al culo di qualche rapper che sta molto più in hype di te, poi esiste un'altra strada che è quella dell'originalità. Creare per primo qualcosa di mai sentito attraverso una ricerca e delle proprie influenze è la strada più difficile ma l'unica che può farti rimanere per sempre. Sono stato contattato per partecipare a Nuova Scena ma sinceramente vedo i talent come un trampolino di lancio per chi vuole sfruttare il proprio personaggio e non la persona, cosa di cui non ho bisogno.
Sei tornato a recitare nella seconda stagione di Prisma, serie di successo di Prime Video dal mese scorso sulla piattaforma. Anche Vittorio fa musica con il suo Klan Bruxelles. Quanto c’è di te nel tuo personaggio?
Molto, sopratutto in questa seconda stagione, avendo avuto più tempo per conoscerci rispetto alla prima, ho avuto modo di invitare Ludovico da me per conoscere meglio il contesto in cui vivo. Vittorio l'ho sempre visto e interpretato come una caricatura di me stesso, un buono dai modi delle volte ignoranti, ma non per cattiveria, la periferia di Latina lo porta ad avere una visione su alcune cose, ma il suo animo gentile gli farà capire quanto si sbagliava.
Se dovessi scegliere tra musica e recitazione?
Viene sicuramente prima la musica ma entrambe vanno di pari passo, una può alimentare l'altra senza escludere nulla.
Cosa pensi del nuovo regolamento di Sanremo Giovani per cui non può partecipare chi ha più di 26 anni?
Ormai l'età dei nuovi talenti si è abbasata molto, i ragazzi hanno più possibilità per affacciarsi al mondo della musica presto, quindi non ci vedo niente di sbagliato.