"Chiedo giustizia. Voglio sapere la verità. Quello che è accaduto a lui non deve accadere più". Debora Russo, la moglie di Claudio Manara, il sindaco di Corte Palasio trovato morto impiccato nella sede municipale del suo Comune lo scorso 29 maggio, non si dà pace. Per la donna si è trattato un suicidio provocato dall'odio scaricato dai social per lo più anonimi sul primo cittadino, di professione bancario. "Ricordo bene quella serata: una volta tornati a casa mio marito si è sdraiato sul divano, sudava, non era tranquillo. Non riusciva a capire come poteva difendersi da tutte quelle false accuse emerse in una campagna elettorale piena d'odio. Era amareggiato per le tante bugie dette nei suoi confronti", ha raccontato la moglie al Corriere della Sera.
Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e questa volta la speranza è che vengano individuati i responsabili delle diffamazioni: "Mio marito aveva depositato in passato anche delle querele per diffamazione, ma tutto era finito nel nulla".
Dai dati che emergono dal monitoraggio del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale sono aumentate del 14,3 per cento le intimidazioni ai danni di amministratori locali, con 713 episodi nel 2021 rispetto ai 624 del 2020. Aumento ancora più consistente per gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, che al 31 dicembre 2021 si attestano a 232, +42 per cento rispetto all'anno precedente. Spesso le offese e le minacce sono anonime ed è difficile anche per la polizia postale risalire agli autori ma occorre fare di più per evitare che si debbano piangere altri Claudio Manara.
Stefano Bisi